Il premier Conte, alla ricerca di «costruttori», ora ha mandato in parlamento un Decreto del Presidente del Consiglio (Dcpm) in cui nomina 59 commissari alle cosidette «grandi opere», in cui le vere grandi opere sono 20 e fra di esse emergono vistose lacune, che rischiano di mandare a picco l'intero Recovery plan, in particolare per il Sud. Mancano, fra di esse, il Ponte sullo Stretto, il Porto di Gioia Tauro con il suo entroterra e manca, soprattutto l'Alta Velocità Salerno Reggio Calabria, poiché per questa linea il programma-esposto nel punto 9- prevede solo «il potenziamento tecnologico e interventi strutturali». Né si può affermare che questa dizione sottintende l'Alta Velocità in quanto il punto 16, per la linea ferroviaria Palermo-Catania-Messina prevede «la realizzazione dell'asse AV». Senza il collegamento tramite il Ponte sullo Stretto e la AV Salerno-Reggio Calabria, non si realizza l'asse primario per lo sviluppo industriale, turistico, culturale del Sud. Anche il rilancio del Porto di Palermo rimane una incompiuta. Del resto nulla si prevede per il Porto di Napoli, per quello di Salerno, di Taranto, di Ancona. Nulla si dice della linea ferroviaria AV Napoli Foggia, mentre per la Napoli Bari si fa riferimento solo a «realizzazione delle opere» senza fare riferimento al progetto di Alta Velocità in cui è in discussione un lungo traforo. Manca ogni cenno alla linea ferroviaria Circum-vesuviana e alla Jonica, attualmente a binario unico e poco elettrificata. Entrambi andrebbero sostituite da linee di metrò di superficie, per creare una rete di trasporto veloce metropolitano- regionale. Per le metropolitane vi è solo un riferimento alla, linea C di Roma. Ma il problema delle ferrovie metropolitane riguarda tutta l'Italia ed è fondamentale per la parte del Recovery plan che riguardagli investimenti «per l' economia verde». I compiti dei commissari, sono incerti e pieni di inceppi, perché previsti dall'articolo 9 del decreto semplificazioni, che è nebuloso. Inoltre questi commissari sono slegati dal ministero dell'Economia.
Invece il modello Genova per il nuovo Ponte Morandi dava chiari poteri commissariali al Sindaco e al Presidente della Regione. Evitando di creare il doppione dei commissari del capo del governo, che ha commissariato l'Italia.
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