"Così metto a lavorare chi percepisce il reddito di cittadinanza"

Il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, si è messo a fare il "navigator". E con sei progetti ha impiegato i percettori del reddito di cittadinanza

"Così metto a lavorare chi percepisce il reddito di cittadinanza"

Ciro Buonajuto è il sindaco di Ercolano e, considerando la situazione sociale che è chiamato ad affrontare, ha trovato una soluzione per impiegare coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza. Sei progetti attraverso cui far sì che a queste persone possa essere "data dignità", senza dimenticare la necessità di fornire stimoli affinché i percettori pensino al loro futuro. Soprattutto per i giovani, ad Ercolano, si è pensato ad individuare "attività qualificate". Il primo cittadino, che è un esponente d'Italia Viva, ci racconta quello che rischia di diventare il "caso Ercolano" in materia di reddito di cittadinanza.

Sindaco, lei ha trovato un lavoro alle persone che percepiscono il reddito di cittadinanza?

"Guardi, l'obiettivo non è soltanto quello di trovare un impiego ai percettori del reddito di cittadinanza ma anche quello di lanciare un segnale. Io amministro una città dove i percettori del reddito di cittadinanza sono 2200. Ogni nucleo familiare è composto da cinque persone. E l'Ufficio anagrafe mi ha comunicato che amministro 11mila famiglie che vivono di assistenzialismo. Parliamo di un quinto della popolazione, che è una cifra incredibile. Finché le politiche asssitenziali coadiuvano un uomo di mezza età che ha perso il lavoro le ritengo sacrosante. Quando però intervengono su un ragazzo di trent'anni, aiutiamo nel breve termine una generazione ma al contempo gli pregiudichiamo il futuro. Che è poi il motivo per cui ho voluto che soprattutto i giovani, venendo impiegati, non andassero a pulire le strade. Ho fatto sì che i ragazzi potessero lavorare in biblioteca, nelle scuole. Alcuni, accanto a specialisti, accompagnano ragazzi disabili. Altri lavorano nell'Ufficio anagrafe o nell'archivio, pure per masticare le procedure della Pa. Ho cercato di fargli fare attività qualificate: il segnale di cui parlavo prima è che la dignità è legata al lavoro e non al sussidio".

Ha fatto il navigator, in pratica.

"Sì, il navigator sono io. I navigator non servono a nulla e non hanno prodotto niente. I navigator esistono sia ad Ercolano sia in tutta la Campania ma sono ancora ormeggiati in panchina senza aver contribuito alla creazione di un singolo posto di lavoro. Noi invece, attraverso l'amministrazione comunale, abbiamo messo in piedi sei progetti ed abbiamo invitato i percettori di reddito di cittadinana a svolgere i lavori che le ho elencato a titolo gratuito, proprio perché percepiscono già il reddito. Noi gli facciamo svolgere attività utili. La pulizia della strada spetta alla nettezza urbana, invece "utilità" significa lavora qualificato. Così si dà dignità".

Esistono già casi di imitazione?

"Sono in molti ad aver fatto progetti di Lavori socialmente utili con i percettori del reddito di cittadinaza. La particolarità sta nel fatto che noi non utilizziamo queste persone per togliere le erbacce ma per lavorare all'interno delle scuole. Lo ripeto: cerchiamo di dargli qualcosa in più in termini di dignità. Non mi aspettavo la reazione: c'è stata una rivolta positiva. "Sindaco finalmente". Mi hanno scritto in centinaia. Le persone non si arrendono alla rassegnazione. Il futuro non si chiama reddito di cittadinanza persino in una città dove la disoccupazione giovanile arriva al 60%. La portata della sfida è enorme. E poi me lo lasci dire: considerati i dati, quello che succede qui ha un valore diverso rispetto a quello che accade in altre parti del Paese".

Come sta il MoVimento 5 Stelle ad Ercolano?

"Qua non esiste. Io sono il sindaco più votato d'Italia. Ho preso l'80%. I grillini ad Ercolano non hanno conquistato seggi. Alle politiche di cinque anni fa, sì, presero dei consensi. Indubbiamente, la mossa che ho messo in campo potrebbe influire sulle prossime performance grilline. La politica assistenziale, quando incide sulla sfera economica di un uomo senza titolo di studio è necessaria e straordinaria. Ma dare 1000 euro a pioggia a tutti coloro che non lavorano non consente di trovare stimoli per cercare lavoro. Ben venga la politica assistenziale ma per chi è tagliato fuori dal mondo del lavoro e non per coloro che hanno una vita davanti".

Il reddito di cittadinanza potrebbe evolvere o scomparire.

"Io sono un sindaco che appartiene ad Italia viva e dunque penso che anche le politiche assistenziali debbano essere declinate in un progetto riformista. Il Sud Italia ha pagato la politica assistenziale. Quella tramite cui si pensava ad aiutare tutti coloro che non lavoravano senza alcuna distinzione. Questo fenomeno si è trasformato in clientelismo. Iv, con cognizione di causa, è a favore delle politiche sociali ma solo per coloro che sono tagliati fuori dal mondo del lavoro. Dobbiamo investire nell'industria 4.0, nella digitalizzazione, nelle infrastrutture tecnologiche e così via. L'obiettivo, soprattutto nel Mezzogiorno, dev'essere quello d'nvestire in turismo, in cultura ed in bellezza".

C'è attesa per il Pnrr?

"Il Pnrr è una grande opportunità che il Mezzogiorno deve sfruttare per ridurre il divario con il Nord. Ma sono molto preoccupato, sì. Nei grandi agglomerati, nel Sud, esiste una enorme densità abitativa. A Napoli abitano diecimila persone ogni chilometro quadrato. Non è una situazione semplice per edificare opere strutturali. Un altro aspetto: nella fascia metropolitana della provincia di Napoli, per esempio nella cosiddetta zona rossa alle falde del Vesuvio, risulta esserci il 50% degli immobili a cui è associabile una domanda di sanatoria. Dal gradino al marciapiede alla finestra: quando c'è problema urbanistico, è difficile investire in attività commerciali ed in attività imprenditoriali. Va trovata un soluzione a questo problema che è molto diffuso. Altrimenti non avremo il volano che serve per la nostra economia.

Calcoli che distribuiamo 4 milioni di euro, in totale, a tutte le piccole imprese di Ercolano: 60mila alle attività commerciali con un profilo turistico e 30mila a chiunque adegui la propria attività tagliandola su un profilo turistico-culturale. Si tratta di fondi comunali. Investire in turismo e cultura non significa chiacchierare".

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