Così l'Italia è oggi al primo posto in Europa per concessione di cittadinanze agli stranieri

Il nostro Paese è al 22 per cento del totale Ue. Solo nel 2023 sono stati rilasciati 200mila documenti. Segue la Spagna

Così l'Italia è oggi al primo posto in Europa per concessione di cittadinanze agli stranieri
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Ogni anno duecentomila stranieri circa diventano italiani. Forse, non lo sappiamo ma siamo da questo punto di vista fra i paesi più virtuosi della Ue, anzi i numeri uno nel 2022 con un picco di 213.716 nuovi cittadini. Un dato importante, a suo modo suggestivo e sottostimato, da tenere presente mentre si discute di ius soli e ius scholae. C'è un'Italia che integra e non respinge, al di là delle etichette ideologiche e delle polemiche che puntualmente accompagnato queste dispute.

I numeri del Viminale, acquisiti dal Giornale, sono eloquenti: nel 2023, in piena era Meloni, gli stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza tricolore sono stati 199.995. Di più ha fatto solo la Spagna, a quota 240.208; la Germania ha raggiunto le stesse cifre del nostro Paese, 200100, solo,una manciata in più, la Francia è rimasta indietro, a 97.288. Meno della metà.

Nel 2022 invece l'Italia ha vinto questa classifica, davanti alla Spagna che ha concesso la cittadinanza a 181.581 persone, e alla Germania, subito dietro con 166.640 tedeschi in più. Se pesiamo le percentuali, si scopre che su un totale di circa un milione di nuovi cittadini Ue, l'Italia ne ha assorbiti il 22 per cento, la Spagna il 18 per cento, la Germania il 17 per cento. A seguire la Francia, al 12 per cento e la Svezia al 9 per cento.

L'Italia insomma apre le porte e porta al traguardo finale, quello più ambito, un piccolo popolo ogni dodici mesi. In prospettiva, parliamo di un milione di persone n un quinquennio. Non solo: il trend è in piena crescita, con un boom nel 2022 rispetto al 2021. Quell'anno erano diventate italiane 121.457 persone, poi c'è stata l'impennata con un più 76 per cento. E queste cifre fanno ben sperare perché la cittadinanza arriva come coronamento di un percorso che fa rima con legalità, lavoro, casa, comprensione della lingua. Non esiste solo l'immigrazione illegale che riempie le cronache dei giornali e delle tv da troppo tempo, ci sono anche flussi che seguono altre logiche, oppure nuclei che sono venuti allo scoperto, in superficie, e sono entrati nel girone dei regolari. L'età media dei nuovi europei è di 31 anni; per quanto riguarda la penisola la provenienza dei nuovi italiani (nel 2022) è la seguente: 38 mila dall'Albania, 31 mila dal Marocco, 16 mila dalla Romania. Al quarto posto gli italiani di matrice brasiliana, 11 mila, e poi, sul mappamondo, India, Bangladesh e Pakistan.

Insomma, pur fra tragedie e disastri, c'è un'Italia attrattiva e capace di trovare un posto a padri, madri e giovani da tutto il mondo.

E il Viminale sottolinea anche il cosiddetto «favor minoris»: in Italia vige lo «ius sanguinis», ma lo straniero nato nel nostro Paese e venuto su in una situazione di legalità al compimento dei 18 anni può chiedere di diventare italiano. E eventuali lacune possono essere colmate in un quadro di «semplificazione - dice il Viminale - del procedimento». Dunque, si chiude un occhio, se manca un pezzo di carta, e il giovane entra fra gli italiani.

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