Il presidente del Consiglio Mario Draghi «commissaria» il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sul dossier Libia.
Al G7 in Cornovaglia il tema Libia piomba nel colloquio di Draghi con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Draghi punta a recuperare il terreno perso con i due governi Conte: «La Libia è stato un tema di discussione con Biden. Noi siamo stati molto attivi, abbiamo visto il primo ministro due volte, ci sono state telefonate, c'è grande disponibilità e grande attesa. Ci sono diversi progetti, alcuni hanno fatto progressi, per altri serve innanzitutto sicurezza sui luoghi di lavoro, quindi la prima esigenza è attuare il cessate il fuoco e quindi che i mercenari siriani, i soldati russi e turchi vadano via dalla Libia, questa è la strada con cui la Libia può iniziare la ricostruzione del Paese. La data molto importante delle elezioni a dicembre può essere una linea di demarcazione dallo stato di caos».
Draghi ribadisce un passaggio: «La prima esigenza della Libia è attuare il cessate il fuoco, questo significa che i militari, i combattenti, i mercenari di altri Paesi devono andare via: i siriani, i russi, i turchi. Questa è la strada con cui la Libia può iniziare la ricostruzione del Paese. C'è una data molto importante, le elezioni a dicembre: se le riescono a fare sarà una demarcazione tra lo stato di caos dell'anno scorso e quella di oggi. Naturalmente la situazione politica è sempre molto fragile».
Il dossier Libia si incrocia con la presenza della Turchia nell'alleanza atlantica. Per Draghi «il ruolo della Turchia nella Nato è importantissimo e la stessa Turchia deve e vuole rimanere un partner affidabile della Nato, le voci che la vorrebbero fuori o distante dalla Nato non hanno fondamento».
Draghi tira fuori l'Italia dalla partita per i vertici Nato: «Non abbiamo candidati al momento per i vertici della Nato. Ad oggi misuro le aspirazioni e le ambizioni italiane in termini di cose che bisogna fare, abbiamo un'opportunità che è il G20, abbiamo la co-presidenza del Cop26, vediamo che riusciamo a fare nei confronti dei Paesi che emettono molto in una forma di accordo per gli impegni più ambiziosi di quelli che hanno preso finora. Questa è una misura della leadership». Il G7 rilancia l'asse Italia-Usa indebolito dai governi Conte: «L'incontro con Biden è andato molto, molto bene» ed è servito a riaffermare un rapporto antico «tra Italia e Usa. È stato un rivedersi, ci conoscevamo da tanto tempo: è stato un piacevole rientro».
Sul tema clima, il premier italiano non fa sconti: «L'Italia ha speso moltissimo negli ultimi 10 anni per
migliorare le emissioni ma se non possiamo fidarci delle politiche interne degli altri Paesi si comincerà ad applicare una tassa che aggiusti la differenza dei costi di produzione, questo è il primo passo verso il protezionismo».
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