Così il silenzioso Mattarella ha conquistato il Paese

Poche parole e sobrietà, il presidente piace al 70% degli italiani. Dal Colle: "Nessuna strategia"

Così il silenzioso Mattarella ha conquistato il Paese

Roma - Viaggia con l'Alitalia, sale sul tram e soprattutto non apre bocca: Sergio I, ovvero il trionfo del basso profilo. Una ricetta semplice semplice, che non ha richiesto esperti americani di marketing, peraltro nemmeno troppo originale. Sandro Pertini tirava fuori il portafoglio per pagarsi i biglietti da solo, Carlo Azeglio Ciampi costringeva i consiglieri a stringersi tutti in uno stesso pulmino e Giorgio Napolitano girava l'Italia in treno, sia pure Frecciarossa.

Insomma, sarà una mossa banale, però piace, visto che, senza fare praticamente niente, Sergio Mattarella con il suo 70 per cento è ampiamente in testa nell'indice di fiducia degli italiani, come dimostra una ricerca Ixè per Agorà . Chissà, forse da una parte è la naturale simpatia per la massima istituzione repubblicana di garanzia: pure il contrastato Napolitano, in nove anni, ha vissuto picchi di grande popolarità. Dall'altra parte magari ha fatto presa la scelta, in una fase di forti polemiche politiche, di parlare poco e di intervenire ancora meno.

Fatto sta che nei sondaggi il capo dello Stato ha quasi doppiato Matteo Renzi. Al Quirinale minimizzano, giurano che si tratta di un caso e non di una scelta, che non esiste alcun calcolo né strategie d'immagine. Semmai, spiegano, è la natura e la formazione di Mattarella a farlo comportare così. C'è chi afferma che non abbia ancora preso le misure, che non abbia deciso il taglio da dare al suo settennato. Per altri si tratta della classica prudenza democristiana: prima di parlare, pensarci dieci volte e poi, piuttosto che sbagliare, restare zitti. Del resto non è mai stato un chiacchierone, negli ultimi dieci anni le interviste concesse di contano sulla dita di una mano.

Tendenza che il presidente ha parzialmente rovesciato nelle ultime settimane, quando si è concesso alle domande di Christine Amanpour, star della Cnn , e poi a Le Figaro . Il Fatto ha ironizzato sulla stranezza: «È interessante psichiatricamente questa nuova strategia di comunicazione del capo dello Stato. Una ripicca contro noi italici?».

E in effetti comincia a fare rumore il silenzio forzoso a cui Mattarella costringe i giornali italiani. È andato a Berlino, a Parigi e in Vaticano, ha ricevuto il segretario generale dell'Onu e il presidente del Ppe, ha condotto una seduta del Csm e ha firmato leggi discusse. In altre stagioni il capo dello Stato avrebbe conquistato sempre la prima pagina, invece ormai anche i quotidiani che storicamente seguono più da vicino il Colle sono passati alle fotonotizie.

Pure per la tormentata sostituzione di Lupi con Delrio, i riflettori si sono accesi su altri palazzi. Basta retroscena. Il ruolo dei quirinalisti, ha scritto Il Foglio , è a rischio. Però, mai dire mai. «Riserbo non vuol dire mollezza», avvertono dal Colle. Cossiga restò cinque anni muto, poi diventò il Picconatore.

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