Alfredo Cospito è stato trasferito ieri dal carcere di Opera al reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo di Milano. Il centro clinico dell'istituto penitenziario non sarebbe più stato sufficiente a garantire la salute del detenuto. Un ricovero che si sarebbe reso necessario per l'esponente anarchico di 55 anni che si trova al 41 bis e che sta proseguendo lo sciopero della fame da quasi 4 mesi, perché oltre al cibo rifiuta anche di assumere integratori. La notizia è arrivata mentre era in corso il corteo degli anarchici a Milano con gli scontri tra manifestanti e polizia, con una nota del ministero della Giustizia: «Su indicazione dei sanitari, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha disposto oggi il trasferimento - in via precauzionale - del detenuto. Dalle 18.39, Cospito si trova in una delle camere riservate ai detenuti in regime di 41bis. La salute di ogni detenuto costituisce priorità assoluta». Ora il trasferimento disposto dal Dap dovrà essere formalmente ratificato dai giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano.
Le condizioni sono ritenute ancora stabili, ma la sospensione anche degli integratori lo esporrebbe a rischi di crisi cardiaca o edema celebrale. «È arrivato il momento che stia in un luogo dove ci sono più strumenti per curarlo» riferisce l'Agi citando fonti giudiziarie. La situazione è «molto complessa e delicata» dal momento che bisogna decidere fino a che punto queste cure possano spingersi e, in particolare, se possa essere sottoposto ad alimentazione forzata». L'ultima parola, viene spiegato sempre in ambienti giudiziari, spetta ai medici del San Paolo che dovranno considerare se possono e vogliono superare la volontà del recluso di non essere nutrito.
Del resto il quadro clinico dell'esponente anarchico è peggiorato rapidamente. Lo ha fatto presente immediatamente il medico scelto dalla difesa Andrea Crosignani l'ha visitato ieri in carcere e all'avvocato Flavio Rossi Albertini ha riferito che pesa 71 chili e che sarebbe a rischio proprio di edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali. Ma Cospito, ha aggiunto il medico, «è determinato ad andare avanti con la protesta. Cammina sulle proprie gambe». Secondo il consulente le condizioni sono «serie. I parametri tengono ma basta poco perchè la situazione precipiti senza dei segni particolari di allarme» preventivo, ha detto. «Ho preso visione della cartella clinica, la situazione da un punto di vista fisico è di importante debilitazione ma è presente a se stesso, lucido e determinato. La debilitazione unita alla determinazione purtroppo non è un buon segno. Dal punto di vista generale l'ho trovato ancora in condizioni accettabili - ha aggiunto - in questi casi la situazione precipita senza che ci siano dei segni particolari di allarme. Ho parlato con la cardiologa che mi ha segnalato un possibile rischio di aritmie fatali».
L'istanza Cospito di revoca anticipata del regime del 41 bis era stata respinta due giorni fa dal ministro della Giustizia Carlo Nordio perché «permane peraltro immutata la capacità del detenuto di orientare le iniziative di lotta della galassia anarco-insurrezionalista verso strategie e obiettivi sempre più rilevanti» è perché userebbe il suo corpo «come un'arma». Lo sciopero della fame, secondo il Guardasigilli, sarebbe stato studiato «per finalità ideologiche». Dopo il no del ministro resta la seconda strada della Cassazione.
Ma in conferenza stampa alla Camera l'avvocato ha lanciato un altro allarme, dando «per scontato» che il suo assistito non arrivi vivo al 24 febbraio, quando la Corte si esprimerà sulla revoca del carcere duro a cui è sottoposto dal 20 ottobre dello scorso anno.
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