La grande contagiosità di Omicron 5 si riflette sui numeri reali dei contagi in Italia. Avere il noto R0 tra 15 e 20, quando la temuta variante Delta si fermava a 6, e un tasso di reinfezione almeno del 9% rende sempre più concreta l'ipotesi che oggi in Italia non ci siano solo 1.037.511 positivi ma che lo sia «almeno il 5% della popolazione. Un numero compreso fra 2 e 4 milioni di individui, probabilmente intorno a 3 milioni; circa 2 milioni di casi non registrati, probabilmente con pochi sintomi o nessuno», evidenzia l'epidemiologo Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica dell'Università di Milano.
Così i 71.947 nuovi contagi da Covid (sul podio Campania con 10.078 nuovi casi, seguita dalla Lombardia con 8.542, poi il Lazio con 8.673), secondo i dati del ministero della Salute nelle ultime 24 ore, sarebbero molto più numerosi. Molte persone, come sottolineano vari esperti, sono positive al tampone a casa ma non lo denunciano anche perché nel 70% dei casi restano asintomatici. «Con un numero di riproduzione di base R0 intorno a 20 prosegue - il tracciamento di fatto è impossibile. Alla luce dei dati sui contagi dalla prima settimana di giugno a oggi inizia a registrarsi un appiattimento della curva ma quelli veri sono molti di più». Il tasso di positività è fino al 27%, che risulta dal rapporto fra il numero dei casi e i test, che però si fermano a circa 300mila al giorno, ovvero «un numero basso rispetto al milione al giorno del gennaio scorso. A farli - puntualizza - sono gli asintomatici e coloro che devono uscire dalla quarantena». E così i numeri ufficiali parlano di 262.557 tamponi tra antigenici e molecolari con il tasso di positività in lieve aumento al 27,4%. Sono 291 i pazienti ricoverati in terapia intensiva (+16) mentre gli ingressi giornalieri sono 40. I ricoverati nei reparti ordinari sono 7.212 (+177). Anche in questo casi i numeri nascondono probabilmente un'altra realtà, poiché ogni dieci ricoverati con il virus solo 3 vanno al pronto soccorso per sintomi e gli altri 7, registrati come pazienti Covid nelle statistiche, si recano in ospedale per altri motivi e poi si scoprono positivi.
Nel complesso, così, i numeri sono ancora lontani dal campanello dall'allarme: i ricoveri ordinari sono al 10% dei posti letto disponibili e per le terapie intensive si è al 3%. I decessi (57, ultimo dato disponibile) come i ricoverati, «in parte avvengono per altre cause, e poi hanno anche il Covid», ricorda La Vecchia. Intanto, proprio alla luce dei numeri reali e di quelli ipotizzati dall'altissima contagiosità di Omicron 5, uno dei virus più contagiosi mai visti, da più parti si rinnova l'appello alla quarta dose per i più fragili, senza attendere l'eventuale vaccino calibrato sulle varianti in autunno, estendendo anche la platea dei soggetti da richiamare.
L'ultima richiesta in ordine di tempo è di Alessio D'Amato, Assessore alla Sanità della Regione Lazio, per il quale «data la forte incidenza virale forse sarebbe opportuno abbassare l'attuale soglia degli 80 anni fino ai 70. Ovviamente ci rimettiamo solo alle valutazioni scientifiche, ma ritengo utile che possa essere fatta questa ulteriore verifica in relazione al mutato quadro epidemiologico».
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