Angela forever? In Germania ci stanno pensando seriamente. La politicamente eterna cancelliera Merkel, in carica ininterrottamente ormai dal 2005, ha da tempo annunciato di volersi ritirare al termine di questa legislatura, ossia entro il settembre 2021. Ora però, sullo slancio di sondaggi di popolarità straordinariamente positivi dovuti alla sua assai apprezzata gestione dell'emergenza Covid-19, cominciano a rincorrersi voci a sostegno di una sua ricandidatura: sarebbe la quinta volta, un record.
In effetti, ha detto ieri il ministro dell'Interno Horst Seehofer, è difficile non farci un pensiero davanti a un robustissimo 80 per cento di tedeschi soddisfatti della sua azione politica. «Non posso negare che negli ultimi tempi ho sentito fare spesso questi discorsi ha ammesso il leader della Csu bavarese, in passato uno dei più decisi antagonisti interni della Merkel e che in questo momento la questione di un candidato della Cdu-Csu non è più all'ordine del giorno: decideremo entro fine anno, e forse le cose andranno in modo molto diverso da come taluni credono».
Prima del terremoto Covid, si dava per scontato che Angela Merkel 66 anni avrebbe lasciato le redini e che il suo successore, fallita miseramente la sua delfina Annegret Kramp-Karrenbauer, sarebbe stato scelto tra due o tre pretendenti, verosimilmente il conservatore di lungo corso Friedrich Merz e l'emergente bavarese Markus Soeder. Un ritorno di fiamma della Merkel, però, eviterebbe divisioni e potrebbe spezzare le ambizioni dei Verdi, che sono in forte crescita e puntano a guidare un nuovo esecutivo di sinistra.
Mentre i dati ufficiali sull'epidemia riportano 165mila casi (con meno di 7mila decessi), sta facendo rumore uno studio condotto dall'università di Bonn, secondo il quale i contagiati nella Repubblica Federale sarebbero addirittura undici volte di più. Un complesso calcolo eseguito a partire da un'indagine svolta nella località renana di Heinsberg, dove si erano registrati i primi casi di polmonite virale in Germania, porterebbe infatti a circa un 1,8 milioni il numero dei tedeschi che avrebbero effettivamente contratto il coronavirus. Lo studio evidenzia che il 22 per cento dei contagiati sarebbe del tutto privo di sintomi, e di conseguenza mette in guardia dal rischio elevato di frequentare inconsapevolmente potenziali portatori sani del virus. I risultati dello studio sono stati accolti anche da polemiche, soprattutto legate a un tasso di mortalità considerato troppo basso.
Gli scienziati di Bonn, comunque, non pretendono di avere l'ultima parola sulle regole da far seguire alla popolazione, compito che lasciano volentieri alla politica. Al momento dunque, ma forse anche in futuro, alla sempiterna Angela.
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