Covid in risalita, rischio ondata estiva

Salgono casi e ricoveri. Ma si discute se togliere l'obbligo di isolamento per i positivi

Covid in risalita, rischio ondata estiva

Mentre si discute se togliere l'obbligo di isolamento dei positivi al Covid, in Italia si registra un aumento di incidenza con 310 contagi ogni centomila abitanti e un aumento dell'Rt a 0,83. Scende intanto il tasso di occupazione delle terapie intensive (al 1,9%) ma sale quello di occupazione delle aree mediche (al 6,7%). Sei le Regioni e province autonome a rischio alto, secondo i dati dell'Iss e ministero della Salute.

E mentre gli esperti si chiedono se sia l'inizio di un aumento stabile di casi, simile a quanto avvenuto in nazioni vicine, soprattutto legato alla presenza di Omicron BA.4 e BA.5, il bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute certificano 35.427 nuovi contagi da Coronavirus e altri 41 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 185.819 tamponi, tra molecolari e antigenici, con un tasso di positività al 19,1%. I ricoverati con sintomi sono 320, 17 in più, mentre le terapie intensive occupate sono 191 (una in meno). In questa situazione, con la mascherina consigliata in vari ambiti ma obbligatoria solamente in ospedale, Rsa, mezzi di trasporto tranne gli aerei, il dibattito si concentra sulla possibilità di dire addio all'isolamento dei positivi al Covid. Ricordiamo che si tratta di una separazione delle persone risultate positive infette e contagiose dalle altre, per prevenire la diffusione dell'infezione e la contaminazione degli ambienti, mentre per quarantena si intende la restrizione dei movimenti e la separazione di persone, che non sono ammalate ma che potrebbero essere state esposte ad un agente infettivo o ad una malattia contagiosa. «L'ideale sarebbe aspettare una discesa consolidata della curva dei casi; al momento ancora siamo in una fase incerta. Se cambiano le condizioni si potrà valutare magari sfruttando il caldo estivo, i positivi però dovranno uscire con mascherina», afferma un possibilista Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia al Campus Bio-Medico di Roma. Dubbiosa è la posizione di Franco Locatelli, presidente del Css, per il quale «se circolano liberamente soggetti infetti poi è ovvio che possono contribuire significativamente alla curva dei contagi. Il governo farà le valutazioni e prenderà poi le decisioni che ritiene più opportune». Più nette e contrarie sono le dichiarazioni degli altri esperti a cominciare da Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene dell'Università Statale di Milano: «Il trend mostra come ci sia un incremento ormai da 3 settimane. Prima di liberare i positivi sarà meglio aspettare un attimo. Non sottovalutiamo la situazione anche se sappiamo che molti positivi non li vediamo, visto che non si sottopongono a un tampone ufficiale».

E se per Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, «è prematuro farlo», per Walter Ricciardi, docente di Igiene all'università Cattolica, e Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, è «una pessima idea.

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