La nomina del nuovo primo ministro francese è prevista per oggi. Lo ha detto all'Afp una fonte interna all'esecutivo. Il presidente Emmanuel Macron si recherà oggi in Polonia e la nomina dovrebbe arrivare «al suo ritorno» alla fine della giornata, ha detto la fonte. Martedì il presidente si era impegnato a nominare un nuovo capo del governo «entro 48 ore».
«Chiederò al primo ministro che sarà nominato nelle prossime 48 ore di applicare un metodo condiviso» aveva annunciato il presidente della Repubblica francese nel corso della riunione all'Eliseo con i capi dei partiti politici e dei gruppi parlamentari all'Assemblée Nationale, esclusi quelli delle estreme (Rassemblement National e La France Insoumise). Il presidente francese non aveva, tuttavia, dato alcun indizio sul nome del premier che intende nominare. «C'è bisogno» aveva spiegato Macron «di una volontà dell'Assemblée Nationale per funzionare nei prossimi 30 mesi senza altri scioglimenti. Nessuno vuole mettersi di nuovo nelle mani del Rassemblement National».
«Il presidente Emmanuel Macron non ha fatto nessun compromesso, nessuna concessione» aveva commentato puntuta Marine Tondelier, leader dei Verdi, uno dei quattro partiti del Nuovo Fronte Popolare della gauche, al termine della riunione. «Non vi dico che non abbiamo discusso, ma il presidente non si è spostato di un centimetro». «Macron e i membri della coalizione macroniana» aveva poi aggiunto Tondelier «si sono impegnati» al tavolo allargato di oggi (martedì, ndr) all'Eliseo a «non mettersi più nelle mani del Rassemblement National di Marine Le Pen per governare. È una buona decisione ma se davvero il loro obiettivo è di arginare l'ascesa del Rn, abbiamo detto loro che bisogna cambiare politica».
L'unico passo avanti fra i gruppi della sinistra che hanno partecipato alla riunione all'Eliseo è l'accordo su «patto di non sfiducia», di «non aggressione» aveva detto il segretario socialista, Olivier Faure. Il governo si impegnerebbe a rinunciare all'articolo 49-3, che consente di porre la fiducia senza esaminare in Parlamento la legge. I partiti si impegnerebbero a non presentare mozioni di sfiducia.
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