È agli arresti domiciliari da cinque giorni il vescovo delle diocesi di Matagalpa ed Estelí, monsignor Rolando Álvarez. L'ordine diretto è arrivato da Rosario Murillo, vicepresidente nonché moglie del dittatore sandinista del Nicaragua, Daniel Ortega.
Monsignor Álvarez è il terzo sacerdote imprigionato da Ortega negli ultimi due mesi ma è il primo vescovo. Da giovedì gli sgherri sandinisti hanno circondato la Curia episcopale di Matagalpa, dove Monsignor Álvarez è recluso con altri sei preti e sei laici. Nonostante sia guardato a vista, il vescovo ha affermato ieri di «mantenere la gioia, la forza e la pace interiore» e continua a «mostrare al mondo la sua capacità di dialogo, armonia, comprensione, riconciliazione, amicizia, fratellanza, libertà e pace». E ha ribadito la sua «fiducia che il Signore riporterà la pace in Nicaragua».
In tutta risposta il regime ha minacciato di portarlo al Chipote, il carcere delle torture del regime. La dittatura sandinista lo ha accusato formalmente l'altro ieri con un farneticante comunicato diramato dalla Polizia, guidata dal consuocero di Ortega, il commissario Francisco Díaz. «Sotto gli auspici delle più alte autorità della Chiesa cattolica, la diocesi di Matagalpa, guidata dal vescovo Rolando José Álvarez Lagos, usa i media e i social network per organizzare gruppi violenti, incitandoli a compiere atti di odio contro la popolazione, provocando un clima di ansia e disordine, alterando la pace e l'armonia nella comunità allo scopo di destabilizzare lo Stato del Nicaragua e attaccare le autorità costituzionali». Questo, testuale, il comunicato «dettato» dalla Murillo, che tutti chiamano «la Chamuca», ovvero la moglie del diavolo. Non solo perché ha sposato Ortega ma anche perché pratica la santeria e il vudù. Non a caso la Murillo è una grande devota di Marie Laveau, celebre maga statunitense sepolta nel cimitero di New Orleans, dove la vicepresidente è andata in pellegrinaggio.
La Chiesa è l'ultimo baluardo da abbattere affinché la dittatura abbia il controllo su ogni cosa a Managua. La politica, infatti, è già stata di fatto ridotta a un partito unico, quello sandinista, dopo l'arresto di tutti i candidati di opposizione prima delle ultime presidenziali. Oltre mille ong sono inoltre state cacciare dal paese, accusate di «terrorismo» dal regime, al pari delle suore di madre Teresa di Calcutta, espulse un mese fa.
Lunedì scorso il regime ha anche chiuso sette stazioni radio diocesane, inclusa la Radio Católica di Sébaco, città dove padre Uriel Vallejos è barricato da una settimana all'interno della sagrestia della sua chiesa, occupata manu militari dal consuocero di Ortega.
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