"Il Crocifisso roba da Medioevo". Così abbiamo già perso

Le incredibili parole del sindaco di Bologna, Virginio Merola (Pd), contro la proposta della presidente di un quartiere di esporre il Crocifisso sui muri di tutte le scuole

"Il Crocifisso roba da Medioevo". Così abbiamo già perso

Che cos'è il Crocifisso? Anzi, chi è quell'uomo appeso alla croce? È Gesù di Nazaret. Hai mai fatto male a qualcuno? Non può, l'hanno inchiodato e ucciso, dopo aver sparso il suo sangue, senza che nessuno lo soccorresse, tranne sua madre. Quei ragazzi riversi a terra nel loro sangue a Parigi, abbandonati da tutti al Bataclan, e raccolti da mani pietose e baciati infine dalle loro mamme, somigliano tanto a quest'uomo a cui hanno trafitto mani, piedi e costato. Era bello e giusto esporre questo segno di dolore e di divinità, icona dolce e tremenda, sui muri di tutte le scuole, per imparentare alla grande storia dell'Occidente e dell'umanità quei ragazzi uccisi. Un gesto insieme religioso e civile. Molto semplice e pulito, senza né ira né odio.

La proposta è venuta da una signora che ha un ruolo istituzionale nella città di Bologna, Ilaria Giorgetti, presidente del Quartiere Santo Stefano. Non importa qui dire che è di centrodestra. Era una illuminazione cordiale, poteva venire a chiunque. Il sindaco di Bologna ha respinto l'invito. «È una cosa che appartiene al Medioevo». Ha detto Virginio Merola, del Partito democratico, bocciando questa proposta. Medioevo? Cristo è Medioevo? Ha aggiunto: «Non è il momento di contrapporre un simbolo religioso all'altro».

Che cosa voleva dire? Forse che non bisogna contrapporre la croce ai kalashnikov? Le vittime agli assassini? Del resto, il cristianesimo, su cui si fonda la nostra civiltà, è nato così: dal sangue versato del suo fondatore.

L'islam è nato da un profeta che ha versato il sangue degli altri. Chi si vergogna del Crocifisso ha già rinnegato le radici, ci ha già consegnato alla resa.

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