New York. Un boato assordante, una nuvola di fumo e un palazzo che implode su stesso: sono le drammatiche immagini con cui si sono svegliati ieri mattina gli abitanti di Miami Beach, immagini che a tanti hanno ricordato quelle dell'11 settembre. La tragedia si è consumata nel cuore della notte, intorno all'1.30 ora locale, quando un edificio di dodici piani di fronte all'Oceano a Surfside, nella zona nord della località della Florida, è parzialmente crollato.
Il bilancio provvisorio è di almeno tre morti, una decina di feriti (di cui uno ricoverato) e 35 tratti in salvo. Ma sono le 99 persone che mancano all'appello - tra cui la sorella della first lady del Paraguay con il marito e i tre figli, altri 14 sudamericani e 20 cittadini israeliani - a far temere il peggio in termini di vittime. Centinaia di pompieri e soccorritori continuano le ricerche, aiutati anche da cani e droni, ma nel frattempo sono necessari lavori di consolidamento per evitare altri cedimenti. «Speriamo per il meglio, ma ci stiamo a qualche brutta notizia data la distruzione che abbiamo visto - ha ammesso il governatore del Sunshine State, Ron DeSantis - I soccorritori stanno facendo tutto il possibile per salvare vite, abbiamo ancora la speranza di identificare altri sopravvissuti». «L'edificio si è letteralmente appiattito come un pancake e questo significa che non avremo il successo che vogliamo nel trovare persone vive», ha commentato da parte sua il sindaco di Surfside Charles Burkett. Diversi residenti rimasti bloccati nei loro appartamenti sono stati raggiunti dall'esterno con le scale dei mezzi dei vigili del fuoco, e alcune costruzioni circostanti sono state evacuate per precauzione.
Le cause del disastro, però, rimangono ad ora sconosciute. La polizia ha riferito che il condominio di fronte alla spiaggia di 130 appartamenti (di cui circa 80 occupati) si trovava al numero 8777 di Collins Avenue (un isolato a nord dei confini della città di Miami Beach) ed era parte del complesso Champlain Towers South Condo, costruito nel 1981. Surfside è diventata recentemente una delle zone più esclusive di Miami: a solo un paio di isolati dal palazzo crollato si trova quello in cui vive da gennaio la figlia dell'ex presidente Usa Donald Trump, Ivanka, col marito Jared Kushner e i tre figli. A pochi passi si trova anche il nuovo edificio realizzato da Renzo Piano, e sempre poco distante c'è il Four Seasons Hotel. Nicholas Balboa, che si trovava nelle vicinanze, ha raccontato alla Cnn di essere sceso in strada in piena notte dopo aver sentito un botto: «Pensavo fosse un tuono, ma il terreno tremava». Quando era vicino ha poi detto di aver «visto un ragazzino che si agitava tra le macerie e urlava per favore aiutami, non lasciarmi». Appena sono arrivati gli aiuti ha segnalato il giovane, che è stato poi tratto in salvo. «Non avevo mai visto in tutta la mia vita così tante ambulanze, sembrava una scena da 11 settembre. È come se fosse scoppiata una bomba», ha affermato un altro testimone. Mentre Barry Cohen, ex vice sindaco di Surfside e residente del condominio, ha spiegato che per oltre un mese ci sono stati lavori di costruzione sul tetto, ma non è chiaro se siano stati usati macchinari pesanti.
«È stato come il lampo di un fulmine o un tuono, ma è continuato per almeno 15, 30 secondi - ha ricordato - Ci siamo precipitati verso l'uscita, abbiamo aperto la porta e ci siamo fermati terrorizzati: davanti a noi c'era una voragine di macerie».
Secondo quanto riportato da Frank Rollason, direttore del Miami-Dade Emergency Management, i primi soccorritori ritengono di aver trovato e tratto in salvo tutti i sopravvissuti dall'interno del palazzo: «Tutti quelli che sono vivi sono fuori», ha dichiarato ai media locali, precisando che oltre 70 unità sono state distrutte o gravemente danneggiate.
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