Sabato ore 17: la cronista di Toscana Tv, Greta Beccaglia, 27 anni, si appresta a fare il solito «pezzo di colore» del solito «post partita». Glielo ha commissionato il solito capo della redazione sportiva, fedele al solito canovaccio giornalistico mai mutato dai tempi di Nicolò Carosio. Insomma, tutto come al solito. Ma qualcosa di gravemente insolito sta per accadere.
La collega Beccaglia dà un'ultima scorsa agli appunti davanti allo stadio «Castellani» (il derby Empoli-Fiorentina si è appena concluso col risultato di 2 a 1). La telecamera è pronta a riprendere le imperdibili «reazioni a caldo» dei tifosi viola. Ma mentre Greta allunga il microfono per le irrinunciabili «interviste di rito», ecco che un energumeno allunga una mano sul sedere della Beccaglia. Lei rimane scioccata, segue con lo sguardo l'idiota e gli dice (in maniera fin troppo signorile): «Scusami, non puoi fare questo, mi dispiace». Collegato da studio c'è il conduttore del programma, Giorgio Micheletti, 65 anni che liquida l'episodio con cinque parole: «Vai, non te la prendere»; per poi aggiungere: «Si cresce anche attraverso queste esperienze. Chiudiamola lì, così per lo meno puoi reagire se vuoi». Una considerazione che ieri è stata fortemente criticata, tanto da costringere Micheletti a una dovuta precisazione: «Non volevo minimizzare o normalizzare la molestia, ma evitare che potesse accadere qualcosa di peggio alla collega. Non volevo che avesse una reazione emotiva negativa per lei». Nel frattempo un altro milord fa in tempo a dare un pizzicotto (sempre lì) all'inviata che chiude il servizio comprensibilmente avvilita. Greta è una donna intelligente, preparata e con un curriculum di tutto rispetto. Sa bene che essere una bella ragazza (e lei è bellissima) per qualche becero tifoso ad alto tasso di ignoranza e inciviltà può rappresentare la molla che fa scattare incidenti come quello di cui lei è stata vittima. Nelle interviste che Beccaglia ha rilasciato ieri è apprezzabile il senso della misura con cui ha usato toni ed espressioni; un equilibrio invece spesso latitante nella valanga di reazioni bipartisan che da ieri accompagnano la vicenda. Commenti, a volte, decisamente fuori contesto che hanno addirittura tirato in ballo la piaga dei «femminicidi» oltre alla generica denuncia di una non meglio precisata «mentalità violenta di stampo maschilista». Che i molestatori della giornalista non debbano farla franca, è fuor di dubbio. Anche perché pare che, prima della «palpatina» e del «pizzicotto», un altro tifoso si sia reso protagonista di molestie sessuali ancor più odiose. Beccaglia li ha denunciati ed è probabile che siano già stati individuati attraverso le immagini delle telecamere in mano alle forze dell'ordine. Intanto, dopo una notte agitata, Greta Beccaglia è pronta a ripartire: «Resto delusa e amareggiata. Non credevo mi potesse accadere una cosa del genere. Non sono riuscita a dormire. Ma posso assicurare una cosa.
Ho, se possibile, ancora più voglia di fare la giornalista. E sono pronta a tornare allo stadio».Indossando la sua divisa preferita: jeans, giubbotto di pelle e tacchi a spillo. Da tirare in testa agli ultrà della mano morta.
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