Il Csm emargina Lanzi. Punito per l'incontro col legale di Palamara

Il membro garantista di area Fi trasferito in un'altra commissione a tempo record

Il Csm emargina Lanzi. Punito per l'incontro col legale di Palamara

A tempo di record il Csm rimuove dalla prima commissione il laico di Forza Italia Alessio Lanzi, «reo» di aver incontrato il legale di Luca Palamara prima della sua audizione. Non sono valse spiegazioni e assicurazioni che il colloquio nulla avesse a che fare con il caso che ha terremotato la magistratura italiana.

Il vertice dell'organo di autogoverno delle toghe, a pochi giorni dall'accaduto e dopo che il caso è stato sparato con risalto su Corriere della sera e Repubblica, decide il trasferimento di Lanzi alla quinta commissione. A sostituirlo in quella che si occupa delle incompatibilità e valuta trasferimenti dei coinvolti nelle chat di Palamara, arriva Michele Cerabona, avvocato sempre di area Forza Italia.

Il decreto è dell'ufficio di presidenza, guidato dal numero due del Csm, David Ermini, dal procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi e dal primo presidente Pietro Curzio. Dei primi due si parla più volte nelle famose chat sequestrate a Palamara, ma i giudici inflessibili di oggi non hanno ritenuto «inopportuno» rimanere ai loro posti a Palazzo de' Marescialli, proprio mentre si giudicava il Sistema degenerato emerso dalle intercettazioni dei pm di Perugia.

Eppure, la nomina del democratico Ermini, una volta renziano, a vicepresidente è una di quelle che sarebbe stata frutto dei traffici dell'ex presidente dell'Anm. Con i suoi accordi correntizi Palamara avrebbe danneggiato proprio Lanzi, che ambiva allo stesso posto.

Quanto a Salvi, il Pg ha denunciato l'incontro avvenuto nello studio del legale Roberto Rampioni, che si trova nello stesso palazzo di casa sua, ma nelle chat si racconta di un colloquio che lui stesso chiese a Palamara 4 anni fa su una terrazza romana, per averne il sostegno nella nomina al vertice della procura generale del Palazzaccio.

Ora che il «dominus» del Sistema, descritto nel libro con Alessandro Sallusti, è stato radiato dalla magistratura ed è sotto processo a Perugia per corruzione giudiziaria, la domanda è se questo Csm abbia le carte in regola per fare davvero pulizia. O se tutto continuerà come prima.

Lo scomodo garantista Lanzi, fautore della separazione delle carriere e da avvocato contrario al corporativismo delle toghe, viene «punito» per essere inciampato in un incidente di percorso, ma il caso si ricompone in fretta per evitare troppo clamore, non si porta al plenum come altre volte. E al suo posto va un laico anche lui azzurro, per rispettare gli equilibri politico-giudiziari.

Intanto Rampioni, indignato, scrive a Sergio Mattarella che presiede il Csm, alla ministra della Giustizia Marta Cartabia e ai vertici dell'avvocatura, per denunciare la «strumentale e squallida aggressione mediatica» dei due quotidiani, basata su una «notizia spudoratamente falsa» e sottolinea che Lanzi «non era in possesso

di alcuna informazione riservata «sull'audizione che potesse interessare la difesa di Palamara». Si ribella, Rampioni, alla «logica del sospetto» e a chi l'ha alimentata facendo uscire dal Csm la notizia, per deformarla.

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