Si riapre la partita sulla Procura di Roma. Dopo mesi di guerra a colpi di ricorsi e sentenze sulla nomina del capo dell'ufficio giudiziario più importante d'Italia, la palla è tornata Csm. Si è riunita la Commissione Direttivi, presidente il togato Antonio D'Amato (Magistratura Indipendente) e relatore il laico M5s Fulvio Gigliotti, che dovrà decidere quali nomi portare avanti nella proposta per il plenum.
Un tavolo che si è riaperto dopo che il Consiglio di Stato ha annullato la delibera con cui il Csm nel marzo 2020 aveva scelto l'allora aggiunto Michele Prestipino, che nei dieci mesi precedenti, mentre fuori infuriava lo scandalo Palamara, aveva retto l'ufficio romano.
Ad impugnarla erano stati il procuratore generale di Firenze Marcello Viola e il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. Viola nel 2019 era il candidato favorito al Csm, quello che aveva ottenuto più voti in commissione, prima di scoprire di essere anche il candidato sponsorizzato a sua insaputa nelle presunte trame dell'hotel Champagne. Quegli intrighi a cui era del tutto estraneo gli sono costati l'esclusione dalla corsa. Per i giudici amministrativi però la decisione del Csm di tenerlo fuori, è stata «immotivata». Lo Voi invece era stato sconfitto al ballottaggio da Prestipino, perché il Csm aveva preferito per la sua conoscenza della peculiarità della criminalità romana. Per il consiglio di Stato «non si comprende come tale capacità non potesse essere riconosciuta anche a Lo Voi».
L'ultima parola la metterà il 23 novembre la Cassazione, che si esprimerà sul ricorso presentato da Prestipino contro l'annullamento della sua nomina a procuratore capo della Capitale. Potrebbe confermare o meno l'orientamento del Consiglio di Stato. Ma non è detto che il Csm attenda quella data, perché la corsa su Roma si incrocia con quella per il successore di Francesco Greco, che sabato andrà in pensione, alla procura di Milano, dove si presenta anche Viola.
E con quella per la guida della Direzione nazionale antimafia, dove potrebbe tornare il nome di Lo Voi. Un incastro complicato. Che non esclude nemmeno che il Csm possa dunque confermare Prestipino a Roma, questa volta con una motivazione aggiuntiva. Insomma, i giochi sono aperti.
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