Cultura, lascia il capo di gabinetto. Terze dimissioni in 50 giorni

Spano: "Attacchi sgradevoli". Giuli lo difende: "È stato mostrificato". Nel mirino le consulenze al Maxxi del legale Carnabuci, suo marito

Cultura, lascia il capo di gabinetto. Terze dimissioni in 50 giorni
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Salta la terza testa in meno di due mesi al ministero della Cultura. Prima le dimissioni di Sangiuliano, poi il licenziamento del capo di gabinetto Francesco Gilioli da parte del ministro Giuli, quindi le dimissioni ieri del consigliere Francesco Spano, chiamato appena dieci giorni fa per sostituire appunto Gilioli. Un decisione presa già nei giorni scorsi da Spano ma sempre rigettata da Giuli, fino alla notizia dell'inchiesta di Report pronta ad andare in onda domenica sera, protagonista proprio Spano («un nuovo caso Boccia al maschile»). Nella puntata si racconta delle consulenze dell'avvocato Marco Carnabuci al Maxxi di Roma, museo guidato dal dicembre del 2022 proprio da Alessandro Giuli, coadiuvato anche lì da Francesco Spano. L'«importante conflitto di interesse» scoperto da Report è che Carnabuci è il compagno di Spano, con lui sposato civilmente. «Mentre Francesco Spano era segretario generale del Museo, il suo compagno Marco Carnabuci risultava consulente legale del Maxxi, ricoprendo il ruolo di responsabile dei dati personali. Lunedì scorso ne avevamo chiesto conto al Maxxi e oggi sono arrivate le sue dimissioni» spiega Report sui social. Il conflitto però è di molto antecedente a Giuli, perchè Spano era stato nominato segretario generale del Maxxi dal predecessore di Giuli, cioè l'ex ministro Pd Giovanna Melandri. Ed è sempre sotto la Melandri, a partire dal 2018, che al Maxxi iniziano le consulenze sempre rinnovate dell'avvocato Carnabuci, il marito di Spano, che in quel periodo è segretario generale della Human Foundation, ente presieduto ancora dalla Melandri. E infatti da Fdi si chiedono «perché Report non ha chiesto conto di tutto ciò alla Melandri ed ha tirato in ballo Giuli e il centrodestra?», domanda il senatore meloniano Raffaele Speranzon.

Spano in una lettera motiva le dimissioni evocando un «contesto non privo di sgradevoli attacchi personali, che non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero necessaria per svolgere questo ruolo così importante». Gli «sgradevoli attacchi personali» sono quelli ricevuti in una chat di Fdi da parte di Fabrizio Busnengo, coordinatore del IX municipio di Roma, che in un messaggio criticava la nomina di Giuli perchè «Spano è un pederasta... ha posizioni ignobili sui temi Lgbtq». Dopo questo intervento Busnengo è stato sollevato dall'incarico dai vertici locali di Fdi. «Non volevo attaccare Spano sul piano personale, mi sono limitato a riportare gli umori della nostra base...» spiega ora Busnengo.

La nomina di Spano al ministero in effetti ha fatto storcere il naso a molti, soprattutto dentro Fdi. Nella lettera con cui accoglie «con grande rammarico» le dimissioni di Spano, «dopo averle più volte respinte», Giuli esprime all'ex consigliere la sua «convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore». La nomina di Spano al Mic è stata duramente criticata dai comitati Pro-Vita, per una vicenda risalente al 2017 quanto Spano guidava l' Unar, l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali di Palazzo Chigi (governo Gentiloni) e finanziò con 55mila euro una chiacchierata associazione Lgbtq (caso che la leader di Fdi Giorgia Meloni all'epoca stigmatizzò duramente).

Fuori dalla Camera prima del question time Giuli fermato dai cronisti ha rilasciato solo un commento sibillino: «La volete la notizia del giorno? L'apparenza inganna, commedia francese». Poi, mezz'ora a Palazzo Chigi a colloquio (sulla manovra, ufficialmente) con Alfredo Mantovano, sottosegretario, con delega ai servizi segreti.

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