Dai vaccini all'immigrazione. Draghi dà i poteri a Gabrielli

Le competenze del sottosegretario potrebbero essere estese. Un modo per bypassare Arcuri e lo scontro tra Lega e Pd

Dai vaccini all'immigrazione. Draghi dà i poteri a Gabrielli

Oggi, con il giuramento dei sottosegretari (la cerimonia, officiata dal premier, si terrà alle 15), il governo Draghi entrerà pienamente in esercizio. E già stasera, o al massimo domani, dovrebbe essere pubblicato il nuovo dpcm sull'emergenza Covid, il primo della nuova era.

C'è un decreto di nomina, con la specificazione delle deleghe, che nel Palazzo sono in molti ad attendere con particolare ansia: quello del prefetto Franco Gabrielli, neo-sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti. Da quel decreto si inizierà a capire quale sarà il ruolo che il premier ha immaginato per il suo nuovo braccio destro. Un ruolo assai più centrale di quel che si poteva immaginare, soprattutto per la gestione dell'emergenza Covid (e non solo quella). Gabrielli non rivestirà solo i panni - certo non di secondo piano - dell'Autorità delegata ai servizi, ossia quella competenza che l'ex premier Conte aveva ostinatamente voluto tenere per sé negli anni di governo, nonostante le crescenti contestazioni nella sua maggioranza. Draghi invece ha scelto subito di attenersi alle regole non scritte della democrazia italiana, e la sua selezione è caduta immediata sul capo della Polizia. Non a caso quello con Gabrielli, il 15 febbraio scorso, è stato uno dei primissimi incontri del neo-premier, che lo ha convocato a Palazzo Chigi. Già in quel colloquio, raccontano i bene informati, si sarebbe iniziato a delineare il quadro delle competenze da affidargli, ritagliandogli un ruolo da consigliere del premier sui problemi della sicurezza nazionale a largo spettro.

Non solo l'intelligence, con il suo ovvio corollario di analisi e prevenzione delle tensioni sociali che in un periodo di crisi così grave possono svilupparsi. Ma anche gli aspetti tecnici e organizzativi della grande emergenza nazionale che è la priorità assoluta del governo Draghi, ossia la lotta alla pandemia. «L'autorità delegata - ricorda Enrico Borghi, membro Pd del Copasir - ha il potere di coordinamento di tutto il governo in materia di sicurezza nazionale. In presenza di una emergenza sanitaria deliberata, nella quale rientra anche il rilancio del piano di vaccinazione di massa, mi sembra evidente che le competenze di Gabrielli possano venire estese anche a questo ambito». Si delinea così meglio il progetto operativo che il premier ha in testa per cambiare marcia alla lotta alla pandemia, con la creazione di una task-force che avrà ai suoi vertici il nuovo capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e lo stesso Gabrielli. E che è inevitabilmente destinata a svuotare di ogni senso il ruolo del super-commissario contiano Domenico Arcuri, e ad assumere anche poteri di coordinamento sul ruolo di ministeri chiave come quello della Salute, guidato da Roberto Speranza. L'organizzazione e il controllo del piano vaccinale e degli interventi anti-Covid potrebbero così rientrare pienamente sotto la regia di Palazzo Chigi, attraverso il braccio organizzativo e la supervisione della task-force.

C'è anche un altro dossier su cui il ruolo di Gabrielli potrebbe diventare centrale, bypassando le inevitabili tensioni tra i diversi partiti (si pensi a Lega e Pd) della nuova maggioranza, ed è quello dell'immigrazione.

Se la gestione di sbarchi, soccorsi e accoglienza sarà sotto il controllo dei ministri di Interno e Trasporti, per gli aspetti relativi alla sicurezza potrebbe essere ancora Gabrielli l'interlocutore principale del Viminale a Palazzo Chigi.

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