Dalle navi agli aerei, l'arsenale "sovietico" di Mosca

I russi dispongono di mezzi vecchi ma aggiornati. I piani di rinnovo frenati nel 2014 dalle sanzioni

Dalle navi agli aerei, l'arsenale "sovietico" di Mosca

Secondo il generale Helmuth Karl Bernhard von Moltke, «nessun piano operativo si estende con certezza oltre il primo contatto con la principale forza ostile». Una frase che viene parafrasata in questi termini: nessun piano sopravvive dopo il primo contatto col nemico. Il significato è che si può progettare qualsiasi tipo di guerra, ma sarà poi la prima battaglia a decidere come si condurrà quella successiva e a far comprendere la piega del conflitto.

Il presidente russo Vladimir Putin, dopo 50 giorni di «operazione militare speciale», ha probabilmente capito bene quella lezione. Perché la guerra in Ucraina, che secondo il Cremlino doveva durare meno e con perdite decisamente inferiori, si è rivelata un pantano che molti, ora, paragonano alla guerra in Afghanistan dell'Unione Sovietica. L'ultima immagine, quella del danneggiamento all'incrociatore Moskva, ammiraglia della Flotta del Mar Nero, sembra avere inciso in modo profondo sull'immagine delle forze russe. Ma i primi segnali di questa difficoltà da parte di Mosca si erano già visti con le colonne di convogli ferme per strada, i mezzi abbandonati, i soldati catturati e con le poche vittorie sul campo. E in tanti cominciano a domandarsi se non sia stato sopravvalutato il dispositivo militare schierato dal Cremlino.

Sul punto, diversi analisti sottolineano che la Russia sembra avere schierato mezzi non particolarmente nuovi, ma rodati. Lo si è visto con gli aerei, che infatti hanno dimostrato di non avere ottenuto quella superiorità che si pensava avessero già dopo le prime ore di conflitto. Ma lo si nota in particolare a terra, con mezzi di produzione sovietica o semplicemente aggiornati successivamente. Diverse unità utilizzano carri armati T-72B3, aggiornamento del vecchio T-72B, e non i nuovi T-14 Armata. Sono utilizzati i semoventi 2S19 Msta, i 2S3 Akatsiya, i 2S7 Malka, i sistemi aggiornati Grad, gli Uragan o i Buratino. La flotta russa ha utilizzato molte unità vecchie, per quanto alcune modernizzate. Basti pensare che una delle navi colpite dalle forze ucraine nelle scorse settimane, il Saratov, è stata varata nel 1966. Le classi Ropucha, le navi da sbarco anfibio che secondo molti avrebbero dovuto attraccare vicino Odessa, sono tutte di epoca sovietica. E il Moskva, per tornare all'ammiraglia colpita nel Mar Nero, è entrato in servizio nel 1983 ed ha subito importanti lavori di ammodernamento per molti anni.

A questo, si deve aggiungere che in molti casi l'esercito russo ha dimostrato di non avere mezzi di comunicazione adeguati alle nuove capacità tecnologiche degli avversari, che infatti stanno armando gli ucraini con strumenti in larga parte decisamente più sofisticati. Molte conversazioni tra militari vengono decrittate con estrema facilità. E per finire, all'obsolescenza dei mezzi e alla giovane età di tantissimi soldati, si deve unire a un problema strutturale delle forze russe che è quello della strategia impiegata nel conflitto. L'armata di Mosca appare impostata ancora sul modello sovietico, con avanzate massive di mezzi pesanti e artiglieria.

Le forze russe, dopo il 2008, hanno subito un importante processo di modernizzazione, con ingenti investimenti. Tuttavia, dal 2014, essendo sotto sanzioni, Mosca ha dovuto mettere un freno a molteplici (e ambiziosi) piani. E il programma tecnologico in ogni caso non può incidere in modo sensibile sul modo di condurre la guerra.

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