
La vita sociale, il cibo, il movimento e la scienza. Quattro ingredienti per inseguire un obiettivo apparentemente utopico: quello di essere Longevi, sani e felici, come si intitola il saggio (edito da HarperCollins; presentazione il 3 aprile a Milano, ore 18.30, Libreria Mondadori Crocetta, con Martina Colombari e Maria Elena Viola) in cui Damiano Galimberti ha raccolto i segreti scoperti in anni di ricerca e di pratica anti-aging, cioè anti invecchiamento. L'anti-aging è una delle nuove frontiere della medicina, che coniuga alimentazione, genetica, chimica, biologia e psicologia con un obiettivo: farci vivere sempre più a lungo e sempre più in salute. Galimberti, che ha fondato la Associazione medici italiani anti-aging, ha studiato a lungo i centenari del nostro Paese, veri «maestri» sul campo. «Proprio l'esperienza dei nostri centenari - spiega Galimberti - ci dice innanzitutto una cosa: chi vive in città non deve fare l'imbruttito, perché uno degli elementi chiave della longevità è la socialità, il non restare isolati in alveari ma vivere nelle corti, con un forte senso della famiglia. In generale, uno stile di vita Mediterraneo la cui importanza non è mai sottolineata abbastanza, in cui si mantiene il cervello in movimento, si riducono i ritmi e lo stress». Ovviamente serve «costanza nell'attività fisica, alternando alla camminata il rinforzo muscolare, perché i centenari si spostavano a piedi o in bici». E poi c'è la scienza: «Oggi, attraverso un esame del sangue, e agli algoritmi elaborati all'università di Harvard, possiamo conoscere la nostra età biologica e il ritmo di invecchiamento dei nostri organi; così possiamo sapere che cosa concorre all'invecchiamento e quanto, in modo da creare un programma personalizzato. Uno studio recente dell'università di Oxford dice che la componente genetica influisce sull'invecchiamento solo per il due per cento: il resto è legato all'esposizione al nostro stile di vita».
Ed ecco l'importanza dello stile di vita Mediterraneo, nel quale l'alimentazione è in prima linea. «Non conta più solo mangiare il cibo giusto ma è importante la filiera, che va controllata. Perché l'alimentazione è la base. Oggi sappiamo che, attraverso ciò che mangiamo, non introduciamo solo calorie ma molecole, grazie alle quali possiamo accendere e spegnere certi geni. Ecco perché nel carrello è bene mettere i cosiddetti superfood: le crucifere, come broccoli, cavolo verza, cavolfiore, non possono mancare; frutti come il melograno, che ha un'azione antiossidante; il pomodoro, però cotto, non crudo; gli alimenti fermentati come il kefir, il kimchi e il miso, che hanno la capacità di rigenerare le cellule; il tè verde, che contiene una sostanza che aiuta il meccanismo di riparazione del nostro Dna, quando va incontro a danneggiamenti; tutto ciò che è integrale, grano saraceno, farro, quinoa, che aiutano a modulare i livelli glicemici». Sembra difficile? «Non dobbiamo mai essere estremisti o perfetti - dice Galimberti - altrimenti ci deprimiamo... Basta una base corretta e poi qualche volta si può anche sgarrare».
Se si guarda all'infinità di dettagli meravigliosi del nostro corpo e della sua salute, pare impossibile che qualcosina non si inceppi. «Può sembrare ma, se si guardano i singoli meccanismi, come minimo comune denominatore c'è sempre l'infiammazione cronica, e noi abbiamo molti strumenti per combatterla: la frutta secca, i semi oleosi, lo yogurt, l'omega 3 nel pesce... Anche l'attività fisica ha una importante azione anti infiammatoria: bisogna trovare tempo per fare movimento e poi uno spazio per sé, dieci minuti di relax tre volte a settimana, anche solo per fare la ginnastica del respiro». Poi ci sono le novità della scienza: la medicina rigenerativa. «Nel nostro corpo si accumulano cellule zombie, che non hanno più la funzione originaria e producono infiammazione. Ma ci sono delle molecole che possono eliminarle, consentendo la rigenerazione dei tessuti e degli organi; e queste molecole si trovano in alcuni cibi, come quelli fermentati, e negli integratori di ultima generazione».
Ovviamente, un quinto ingrediente fondamentale in questo genere di ricette è sempre la volontà. Anche se «la pratica non è poi così complicata - assicura Galimberti - E, soprattutto, ormai non si può più dire: se l'avessi saputo...».
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