Davide in coma dopo l'aggressione. Arrestate madre e figlia come mandanti

Indicarono il 20enne al picchiatore. Ma era uno scambio di persona

Davide in coma dopo l'aggressione. Arrestate madre e figlia come mandanti

Arrestate madre e figlia per tentato omicidio in concorso. Dopo l'arresto di Nicolò Passalacqua, 22 anni, autore del pestaggio a sangue di Davide Ferrerio, il 20enne bolognese in vacanza a Crotone e scambiato per un altro, in carcere come mandanti della spedizione punitiva una 41enne, A.P., e sua figlia di 17 anni, M.A. Svolta nelle indagini sulla drammatica vicenda del ragazzo bolognese, figlio del vice procuratore onorario di Bologna, Giuseppina Orlando, originaria di Crotone, preso a calci e pugni la sera dell'11 agosto davanti al Tribunale cittadino.

Una storia assurda, zeppa di drammatiche coincidenze quella del tifoso rossoblù che aspetta un amico e si vede piombare su di lui come una furia Passalacqua. E tutto per una camicia che il ragazzo indossava, come quella del vero obiettivo del raid, un uomo di 31 anni che aveva adescato la 17enne su Instagram. A organizzare tutto la madre della ragazza, coinvolgendo anche un amico della figlia, Passalacqua. I tre arrivano all'appuntamento con il 31enne ma quando questo viene fermato nega di esser lui la persona che stanno cercando. Una volta al sicuro, invia un messaggio di sfottò alla ragazza. «Porto una camicia bianca». In strada c'è Davide che per sua disgrazia indossa proprio un indumento uguale a quello del molestatore. Nicolò non ci pensa un attimo, lo colpisce prima con due pugni in faccia, poi con un calcio allo sterno fino a quando stramazza a terra. Batte la testa Davide, ed entra subito in coma. Mentre lui è agonizzante gli aggressori sono ormai lontani ma le immagini delle telecamere congelano per sempre la scena fissando sui frame i loro volti.

La squadra mobile ci mette poco per individuare l'autore materiale del pestaggio, mentre Davide viene ricoverato prima nel vicino ospedale, poi trasferito d'urgenza nel reparto Rianimazione all'ospedale Maggiore di Bologna dove lotta tra la vita e la morte da tre mesi. Le due donne, in un primo momento, sono accusate solo di favoreggiamento e lasciate in libertà.

La polizia stringe il cerchio sui tre dopo le dichiarazioni dei testimoni, le intercettazioni telefoniche e ambientali, le perizie sui cellulari sequestrati agli indagati e l'analisi delle immagini del sistema di videocamere installate nel territorio. Respinti dal gip, invece, gli indizi raccolti su un'altra persona presente al pestaggio ma che non ne avrebbe fatto parte. «È doveroso segnalare - si legge su una nota della questura di Crotone - che la persona a bordo del ciclomotore più volte indicata sulla stampa come il soggetto che avrebbe provocato l'aggressione, è totalmente estranea alla vicenda, trattandosi di un soggetto che casualmente in quei momenti transitava nei pressi del Palazzo di Giustizia di Crotone, al pari di altri utenti della strada».

A firmare le due ordinanze di custodia cautelare il gip della Procura di Crotone e quello del Tribunale dei minori di Catanzaro.

La mamma di Davide ha scritto al neo ministro della Giustizia, Carlo Nordico, per chiedere di indagare anche il 31enne che la 17enne aveva conosciuto in chat, con l'accusa di adescamento di minore. Domenica scorsa il Bologna calcio è sceso in campo con la scritta «Forza Davide» sulla maglia. SteVla

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