La comunicazione europea che secondo alcuni apre ad un "Ddl Zan" in salsa continentale continua ad animare il dibattito politico tra Strasburgo e Bruxelles.
I tempi previsti sono lunghi: il Parlamento non si esprimerà domani o nelle prossime settimane. Ma l'attenzione della politica, dalla parte dei favorevoli e da quella dei contrari, resta alta. Se non altro perché sembra esistere un disegno ideologico che passa dal documento sul Natale, sui nomi propri e sul ruolo delle festività natalizie nel contesto tradizionale europeo ed arriva sino alle comunicazioni ufficiali come quella in oggetto.
Tra chi ha annunciato la sua ferma contrarietà ad una delle ultime novità formali che arriva dall'Ue, c'è Massimiliano Salini, europarlamentare di Forza Italia ed ex presidente della provincia di Cremona. Sentito da IlGiornale.it in merito alla ipotesi di un Ddl Zan europeo passante, almeno in prima battuta, per quella comunicazione, il forzista fa subito chiarezza: "Si tratta di una comunicazione con una pretesa molto alta, un di carattere culturale e giuridica, e cioè quella d'introdurre i prodromi di una direttiva che andasse a modificare, in qualche misura, l'articolo 83 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Ma è qualcosa di destinato a fallire sin dall'inizio: non esiste facilità, a quel che mi risulta, nemmeno all'interno del collegio commissariale". Per cui, la commissione ha optato per quella che somiglia di più ad una direttiva.
"Si sono accontentati - continua Salini - di una comunicazione chiara culturalmente ma molto generica. Certo è - aggiunge l'europarlamentare - che quel testo contiene degli elementi che tengono aperta una dialettica viva non solo in Italia". Poi Salini cita una tendenza: quella all'omologazione giuridica. Rendere dunque tutto uguale sotto il profilo normativo: un'impostazione che non avrebbe tuttavia a che fare con la "difesa dell'indifeso", che per il forzista sarebbe già tutelato. "Gli ordinamenti giuridici che devono badare al diritto penale sono già attrezzati in Europa per sanzionare chi non rispetta i diritti, compresi quelli citati in questa comunicazione. Gli ordinamenti giuridici dei Paesi membri sono ordinamenti perfettamente giuridici con i pilastri delle battaglie contro ogni forma di discriminazione", specifica.
Salini spiega insomma che in realtà, con questo tipo d'iniziative, non si vuole "difendere l'indifeso", ma imporre le modalità tramite cui "difendere": "Prima ancora del problema della libertà d'espressione, c'è un problema istitutivo dell'Unione europea: quello di sussidiarietà che prevede che, in alcuni ambiti, esista la primazia dei Paesi membri. Per questo non si può parlare di "crimini europei"", nota l'europarlamentare. Non esisterebbe quindi, come hanno sottolineato molti giuristi, un "diritto penale europeo". E Salini lo rimarca.
E l'Unione europea, con la comunicazione con cui si vorrebbe far passare - come si dice - un Ddl Zan continentale, avrebbe operato sì un "tentativo maldestro" ma anche ipotizzato di procedere per omologazione dei sistemi giuridici. E quest'ultimo è l'aspetto su cui Salini tende a porre più accenti: "Se si inserisce in questa casistica l’odio, ad esempio verso la comunità Lgbt - viene fatto presente - , si può inserire di tutto.
Sarebbe insomma una sorta di enorme autogol: l’esito assurdo e contraddittorio vanificherebbe un provvedimento che nasce per individuare fattispecie contro le quali il singolo Stato fatica a reagire da solo, quali appunto il terrorismo internazionale, trasformandolo in una sorta di poltiglia giuridica".
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