"Vi dico perché il Pd fa muro sul ddl Zan"

Alessio De Giorgi, ex direttore di Gay.it, ci spiega perché ieri il Pd ha sprecato un'occasione: "Peccato, potevamo far passare il ddl Zan con i voti della Lega nonostante guardi a Orban"

"Vi dico perché il Pd fa muro sul ddl Zan"

"Personalmente voterei il ddl Zan così com'è, ma nel lavoro, negli affetti e anche in politica l'arte della mediazione è fondamentale". Alessio De Giorgi, a lungo direttore di Gay.it ed esponente di Italia Viva, ci spiega perché ieri il Pd ha sprecato un'occasione importante.

Perché era così necessario arrivare a una mediazione?

"Se è vero che la Camera ha approvato quel testo sulla base di una mediazione proposta sempre da Italia Viva, ma è altrettanto vero che la maggioranza è diversa da quella del Senato dove i numeri sono più risicati. Non prendere atto dei rischi che corre questa legge col voto segreto è da folli perché ci sono dubbi nel Pd, tra i Cinquestelle e non solo. La presidente del gruppo delle Autonomie, Julia Unterberger, ha detto che è irragionevole non trovare una mediazione. Poi, faccio notare che Giuseppe Conte, su tutta questa vicenda, non ha detto una parola e, quindi, non ho idea di cosa possano fare i deputati contiani per mettere in difficoltà Draghi. C'è il rischio di arrivare a una 30ina di defezioni e lo schiaffo dato alle posizioni più ragionevoli nel centrodestra a me sembra un corpo a corpo inutile di cui potevamo fare a meno".

La frase 'incrociamo le dita' di Alessandro Zan può danneggiare l'iter del suo Ddl?

"Trovo che sia una follia dire 'incrociamo le dita', una frase che può dire un uomo della strada, un massimalista che vuol fare scoppiare le contraddizione nell'avversario. Non può dirla un uomo come Zan che ha una storia importante dentro il movimento gay. Capisco e condivido il punto di vista del Pd, ma non capisco e non condivido il punto di vista del movimento Lgbt che dovrebbe essere come un sindacato. E, se un sindacato vede che l'avversario va verso le sue posizioni non deve tirargli uno schiaffo in faccia. Ieri, a parte una battuta stonata di Ostellari in Aula, dalla Ronzulli e dallo stesso Ostellari ho sentito parole di grande apertura. Un sindacato non si permetterebbe mai di non apprezzare una parte politica non vicina che condivide una sua posizione".

Ma è vero che la mediazione proposta da Italia Viva non protegge i trans?

"È una fake-news colossale perché una legge deve comunque essere interpretata da un giudice e, se vogliamo parlare di casi concreti, voglio proprio vedere un giudice che, per esempio, non valuta come transfobia la violenza subita, per fare un esempio, da chi non ha neppure iniziato un percorso di transizione ma occasionalmente indossa abiti non del proprio sesso".

Le critiche al ddl Zan non provengono solo dal centrodestra. Cosa turba non solo il Vaticano, ma anche le femministe e una parte del mondo Lgbt?

"La discussione è uguale a quella che ci fu sulle unioni civili. Si vuol far fare alla legge qualcosa in più rispetto agli obiettivi della legge. L'approccio è eccessivamente ideologico. Nel momento in cui inserisci una norma come l'identità di genere, inserisci una norma che definisce un punto di vista diverso rispetto alla legge sulla transizione sessuale. Legge aggiornata dalla Corte Costituzione la quale ha riconosciuto che l'operazione per passare da un sesso all'altro è molto invasiva e, dunque, si può cambiare sesso anche senza farla. Dal mio punto di vista, transfobia è un termine assolutamente appropriato".

Ma perché il Pd non tiene conto dei rilievi provenienti dal mondo femminista?

"Il Pd non tiene conto delle posizioni delle femministe per ragioni di posizionamento politico perché, in un governo di unità nazionale col centrodestra, ha bisogno di caratterizzarsi e di rinsaldare l'alleanza col M5S. Facendo così, però, passa sopra come uno schiacciasassi a quelle persone che la legge vorrebbe tutelare e le mette a rischio di non avere una legge che le protegga. Poi, il Pd non si rende conto che i Cinquestelle sono allo sbando. La settimana scorsa, in Commissione il M5S ha annunciato il voto favorevole al provvedimento, ma tre quarti di loro ha votato contro. Io ho vissuto le battaglie dei Dico e dei Pacs e so perfettamente che sono stati usati questi temi per caratterizzarsi politicamente a sinistra e poi, però, si è rimasti con un pugno di mosche in mano".

Crede che la forzatura del Pd possa essere un modo per affossare la legge?

"Mi auguro non ci sia un accordo sotto banco per non far passare la legge, facendo muro contro muro. Sarebbe un calcolo cinico veramente grave perché ci sono episodi di omofobia e transfobia e abbiamo delle persone da tutelare ed è importante il messaggio culturale che può dare questa legge. Mi auguro che dentro il Pd si facciano sentire le voci più ragionevoli.

Ma ci rendiamo conto quanto sarebbe importante se l'Italia si dotasse di una legge contro l'omofobia anche con i voti di quel pezzo di centrodestra che guarda a Orban? Dopo aver portato Salvini su posizioni europeiste, questa sarebbe una vittoria di tutti da festeggiare".

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