Primi segnali di tensione nell’ampia maggioranza che sostiene il governo Draghi. Il terreno di scontro è l’approvazione del ddl Zan, legge contro l'omofobia che ha l'obiettivo di proteggere persone omosessuali, donne e disabili dai cosiddetti reati d'odio, cioè l'istigazione a commettere atti violenti o discriminatori nei loro confronti.
Dal Pd si sono levate voci critiche nei confronti della Lega che sta provando ad ostacolare l’iter al Senato della legge, già approvata alla Camera lo scorso novembre. La senatrice dem Monica Cirinnà, ha promesso battaglia in ufficio di presidenza della commissione di Palazzo Madama affinché il ddl sia calendarizzato al più presto. Sulla stessa linea Alfredo Bazoli, capogruppo Pd Commissione Giustizia alla Camera, che ritiene "inaccettabile e fuorviante opporsi all'esame bollando la legge uscita dalla Camera come liberticida, promotrice di teorie gender, minacciosa della libertà di opinione".
Il partito guidato da Matteo Salvini, però, non ci sta. I leghisti, infatti, considerano la battaglia in corso sul ddl Zan solo una "mera contrapposizione culturale" che poco o nulla ha a che fare con le priorità indicate negli accordi per la nascita del governo Draghi. Una mossa politica, questa, forse cavalcata per lanciare affondi contro la stessa Lega. Il sospetto tra gli esponenti del partito di Salvini è forte."Mentre la Lega lavora ai sostegni in favore delle famiglie e delle categorie vessate dalla crisi, la sinistra e i 5Stelle, senza più identità e senza alcuna linea politica, non trovano di meglio che riproporre battaglie ideologiche, di mera contrapposizione culturale, per imporre derive laiciste, con l’unico scopo di dimostrare di esistere. Il ddl Zan non c’entra col governo Draghi, con la sua ragione fondante che è gestire l’emergenza pandemica ed economica italiana", ha affermato Simona Baldassarre, medico ed europarlamentare leghista e Responsabile del Dipartimento Famiglia del Lazio.
"Non a caso- ha proseguito la Baldassarre- il premier nei suoi discorsi di investitura, alla Camera e al Senato, non ha mai affrontato il tema". Secondo l’europarlamentare quella che può scaturire oggi dalla Commissione Giustizia del Senato è "solo una "calendarizzazione ideologica" e pretestuosa, per arginare il ruolo della Lega e la battaglia di civiltà che tutto il centrodestra sta facendo da mesi". La Baldassare ha spiegato di essere totalmente contraria al ddl Zan sia come politico che come madre di famiglia per due motivazioni: "Primo, è inutile, perché per la violenza e le discriminazioni provvedono ampiamente già le leggi esistenti. Secondo, introduce di fatto il reato d’opinione su valori di fondo della nostra società, come la famiglia naturale, la vita, il diritto di un bambino ad avere un padre e una madre".
Fortissime critiche contro il ddl Zan arrivano anche da Pro Vita e Famiglia, Onlus che difende il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale e promuove la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. "Il Ddl Zan non è urgente. Sono queste le emergenze del Paese? Temi che tra l’altro il premier Mario Draghi non ha toccato in nessuno dei due discorsi programmatici, né al Senato né alla Camera? Sono ben altre le priorità del Paese", ha ribadito Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus, alla notizia che oggi la capigruppo di maggioranza della commissione giustizia del Senato sia stata chiamata a calendarizzare il ddl Zan. Sul tema Brandi esprime la contrarietà della Onlus e "la contrarietà delle famiglie italiane già vittime di una crisi senza precedenti" e ricorda come esistano già “adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio come bene aveva rilevato la Cei. La legge c’è e basta applicarla":
Ancora più duro il giudizio di Jacopo Coghe, vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus, che vede nell’approvazione del ddl un pericolo di "deriva liberticida" che peraltro giunge "in un’Italia già allo stremo e sottoposta a continue restrizioni e limitazioni a causa del Covid, appare più che colpevole". Secondo Coghe il ddl Zan è "una vera e propria violenza che chiuderebbe definitivamente anche la bocca dei cittadini introducendo de facto il reato di opinione. Tra l’altro non si segnala alcuna modifica significativa nella formulazione del testo modificato alla Camera e ora proposto al Senato". Per il vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus è "lampante il rischio di indottrinamento per i nostri bambini mediante le teorie del Gender propagandate da questa legge".
"E’ bene che chi sta in Parlamento sappia che con #restiamoliberi siamo pronti a scendere nuovamente in migliaia in tutte le piazze d’Italia. Via i bavagli e viva la libertà", si legge infine nella nota di PVeF.
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