Precedenza alla riforma bioetica, persino in tempi pandemici. La convinzione dei Pro life e Pro family, quindi dei cattolici, è che la cosiddetta legge Zan-Scalfarotto, quella in discussione alla Camera dei deputati, possa minare la libertà d'opinione.
Il dibattito passa sottotraccia. Le necessità del Paese sarebbero soprattutto economiche. E di economia si discute tra i corridoi dei palazzi del potere. La trafila della Zan-Scalfarotto però sembra breve: l'esultanza dei progressisti è già orecchiabile. Se ne sente l'eco. La maggioranza giallorossa - nonostante le "priorità" sbandierate, gli Stati generali del premier Giuseppe Conte, il dibattito sulle contromisure europee e tutto quello che ha il carattere politico di necessità impellente - prosegue nella strada dell'approvazione dei "nuovi diritti". Così li chiama il papa emerito Benedetto XVI. Per il fronte cattolico-conservatore, in maniera più semplice, ci troviamo nel bel mezzo di una "battaglia antropologica". Sul campo, oggi, risiede la discussione attorno al ddl che intende contrastare la omofobia.
Della Zan-Scalfarotto ci siamo occupati quando abbiamo presentato il parere dell'Unione giuristi cattolici di Perugia: "Il ddl finisce in realtà per costruire ulteriori muri, recinti e riserve, in cui alcuni diventano più uguali degli altri", aveva tuonato l'avvocato Simone Budelli. Ma qual è la sostanza di questo provvedimento. Nel corso del pomeriggio di ieri, il fronte Pro life ha iniziato a sbracciarsi: "6 anni di galera, risarcimenti astronomici, lavori gratuiti per le associazioni LGBT". A scrivere su Facebook è Jacopo Coghe, uno dei vertici del mondo Pro Family italiano. Un testo è apparso sul quotidiano L'Espresso. Le proteste della base cattolica non si sono fatte attendere. Anche la Cei ha dichiarato ferma contrarietà. Persino il gesuita padre Bartolomeo Sorge, uno di quei consacrati che hanno spostato l'asse verso il progressismo ecclesiastico in questi anni, è stato cristallino. Su questa storia del ddl Zan-Scalfarotto la Chiesa cattolica ha ritrovato l'unità perduta.
Coghe insiste nella disamina, prendendo per buono quanto emerso: "A chi verrà condannato per omotransfobia sarà tolta la patente, sarà revocato il passaporto e ogni altro documento valido per l'espatrio, sarà tolta la licenza di caccia e dopo la galera dovranno osservare il coprifuoco rientrando a casa al tramonto". Se il quadro venisse confermato, insomma, sarebbe pronosticabile sin da ora un dibattito serrato, In termini politici sì, ma anche se non sopratutto in quelli giuridici. La maggioranza è compatta. Il Partito Democratico è per la "piattaforma Cirinnà". Il MoVimento 5 Stelle ha spesso strizzato l'occhio ai "nuovi diritti". Italia Viva non ha mai fatto mistero di essere per un cattolicesimo democratico aperturista. Il sentiero è spianato.
Jacopo Coghe è uno dei due coordinatori di Pro Vita e Famiglia. Non è che ci sia molto da indagare rispetto al pensiero di questo esponente: "La legge sull'omotransfobia nasconde una vera e propria fobia questo e vero: quella delle lobby lgbt nei confronti di chi crede e riconosce la famiglia naturale come unica famiglia, come d'altronde fa la stessa Costituzione italiana! Non vogliono che si dica più che il bambino ha bisogno di mamma e papà. Ci vogliono mandare tutti in galera o farcela pagare (con sanzioni) come si suol dire...", afferma a IlGiornale.it. E ancora: "Poi passeranno a 'rieducare' i nostri figli con questa nuova ideologia che non riconosce maschio e femmina come sessi distinti. Questo invece sarà considerato moderno e corretto, snaturare l'ordine delle cose e intervenire nell'intimità di bambini innocenti parlando di argomento cje con la cultura e l'istruzione scolastica non c'entrano nulla".
Questa sarebbe la prima mossa di una serie. E molte delle prossime mosse sarebbero indirizzate nei confronti della destrutturazione di quelli che i cattolici ritengono ancora essere valori tradizionali. Il governo fa fatica a trovare la quadra sull'economia.
Il ragionamento sulla svolta bioetica appare più semplice: comporta meno problemi di amalgama parlamentare. Dunque si procede. Con buona pace dei cattolici. Questa volta, con buone probabilità, molti se non tutti schierati sul fronte dell'opposizione a Conte ed alla maggioranza che regge l'esecutivo.
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