De Benoist: "Rottura tra Lega e 5 Stelle possibilità concreta"

Alain de Benoist a tutto campo sulla politica continentale. Il pensatore francese ipotizza la nascita di un accordo tra le formazioni populiste europee, ma non esclude che in Italia possano emergere le differenze tra i partiti di maggioranza

De Benoist: "Rottura tra Lega e 5 Stelle possibilità concreta"

Alain de Benoist, pensatore d'Oltralpe e teorico della "nuova destra", ritiene che una rottura tra Lega e MoVimento 5 Stelle faccia parte del novero delle possibilità. L'attualità politica del Belpaese, però, andrebbe analizzata considerando il macro - quadro del consesso europeo, per cui il filosofo transaplino ha ipotizzato la costituzione di un'alleanza tra le formazioni populiste. Quella che per altri è analisti è di sicuro escludibile dal paniere delle supposizioni.

L'intellettuale francese è stato intervistato dal quotidiano La Verità. La riflessione dell'autore di Populismo, la fine della destra e della sinistra, che in Italia è stato pubblicato da Arianna Editrice, ha toccato molte questioni. La prima, in ordine d'elencazione, riguarda l'immigrazione e le persone che, pur avendo ottenuto la cittadinanza all'interno di una nazione europea, continuano ad avere difficoltà nel sentirsi parte di essa: "Sì - ha esordito -, ci sono molti giovani, francesi a tutti gli effetti, che non si sentono francesi. Pensano che, quali che siano i loro sforzi per integrarsi, saranno sempre considerati cittadini di serie B".

La propaganda jihadista sarebbe solita sfruttare quelli che de Benoist chiama "vuoti d'identità". Ecco perché il terrorismo è riuscito ad aggregare anche persone presenti in Francia o nel resto d'Europa, che fanno parte di famiglie residenti nel Vecchio Continente già da due - tre generazioni. Il fenomeno, sostiene il fondatore della "Nouvelle droite", andrebbe inquadrato tenendo in considerazione pure la questone sociale: "Per molti giovani, già passati attraverso la delinquenza - ha dichiarato -, diventare soldati del califfato è un sogno, se paragonato alla prospettiva di consegnare le pizze".

Poi si passa a parlare della necessità di analizzare in maniera più razionale i contrasti esistenti tra la religione cristiana e quella musulmana: "Di sicuro - ha specificato il saggista - è troppo semplicistico giudicare islam e cristianesimo come due entità tra loro nemiche, anche perché l' uno e l' altro non sono realtà omogenee...".

Ma il fulcro del ragionamento è dedicato alle elezioni europee di maggio. De Benoist, che si dice certo della dicotomia esistente oggi tra la cosiddetta élite e il popolo, ritiene plausibile un accordo in grado di far sedere allo stesso tavolo tutti i movimenti euroscettici che prenderanno parte alla turnata elettorale. Con una postilla: l'internazionalismo, quindi la riunificazione sotto un'unica insegna di questi soggetti, mal si coniugherebbe con la promozione di istanze prettamente nazionali. Il ceto medio, in sintesi, si sta ribellando ai "senza terra", ma permangono delle differenziazioni non riepilogabili da un'egida troppo unificante.

Passando alle questioni di casa nostra, l'intellettuale d'Oltralpe si è soffermato sullo stato di salute dell'esecutivo guidato dal professor Giuseppe Conte, sostenendo che: "Una rottura tra Lega e 5 stelle è una possibilità concreta: sia per via di differenze programmatiche, sia per via di questioni personali, sia, ancora, per via di possibili difficoltà a governare".

I gilet gialli, invece, dovrebbero resistere alla tentazione di costituire un vero e proprio cartello elettorale.

Altrimenti, ha fatto intendere lo scrittore, rischierebbero di portare acqua al mulino di Emmanuel Macron, dividendo il fronte populista francese e consegnandogli la chiave per una riconferma che, stando alle rilevazioni, appare davvero improbabile.

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