Il De Luca bis si chiude con una condanna. La Corte dei Conti infligge una pesantissima sanzione, 609mila euro di risarcimento, nei confronti del governatore uscente della Campania Vincenzo De Luca per l'acquisto delle card vaccinali ai tempi del covid. Una vicenda che il Giornale ha raccontato dalle proprie pagine. Parliamo degli anni a cavallo tra il 2021 e il 2022. La campagna vaccinale avanzava in tutto il Paese. La regione Campania si muoveva però come uno Stato a parte. De Luca introduceva un green pass locale e disponeva la gara per l'acquisto delle tessere. Sorpresa, la centrale regionale per gli acquisti regionali, al cui vertice oggi c'è Tommaso Casillo, ex consigliere regionale deluchiano, si mette in moto per individuare il fornitore. Le tessere, in breve tempo, venivano acquistate e distribuite alle varie Asl. La Regione Campania, per questa operazione, sborsò 3.714.900,00. In realtà la card della Regione Campania altro non era che un doppione del green pass nazionale. «Una spesa inutile», per i giudici. Tant'è che le card non saranno mai distribuite e ancora oggi sono abbandonate nei depositi delle Asl. De Luca risponde per la propria parte di 609mila euro: condanna che ora è al primo grado di giudizio. Lo sceriffo non dovrà versare un euro ma attendere la sentenza di secondo grado. A far scattare l'indagine della Corte dei Conti fu un'interrogazione dell'allora consigliere regionale della Lega Gianpiero Zinzi, oggi deputato del Carroccio e in pole per guidare il centrodestra alle prossime regionali. Il governatore, che ieri ha approvato l'ultimo bilancio della legislatura e attende l'ok al terzo mandato, sfida i giudici: «Rivendico pienamente e con orgoglio le decisioni assunte a tutela della salute dei miei concittadini, ricordando che la Campania è la regione che ha avuto il numero più basso di decessi per Covid in relazione alla popolazione. E questo anche grazie al fatto di esserci assunti la responsabilità di decisioni anticipando spesso il governo nazionale. Ovviamente la sentenza sarà immediatamente impugnata.
Non vorrei dover rispondere del reato di efficienza». I giudici contabili hanno invece prosciolto Italo Giulivo, Massimo Bisogno, Ugo Trama, Antonio Postiglione e Roberta Santaniello, anche loro coinvolti nella stessa inchiesta, in quanto le contestazioni degli inquirenti nei loro confronti - anche queste caratterizzate da colpa grave - sono state ritenute dai giudici contabili coperte dallo scudo erariale.
La condanna infiamma lo scontro politico sul piano nazionale. Maurizio Gasparri, capogruppo Fi, attacca a testa bassa: «Anziché chiedere un terzo mandato, De Luca farebbe bene a scusarsi». Dal Pd nessuno si immola in difesa dello sceriffo.
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