De Luca come Nerone, faceva la bella vita mentre le fiamme divoravano il Vesuvio

Cesaro accusa: non dichiarò lo stato di crisi trasferendo i poteri al prefetto

De Luca come Nerone, faceva la bella vita mentre le fiamme divoravano il Vesuvio

Napoli - Prescrive la legge regionale sulla rete operativa di protezione civile che, in caso di eventi naturali straordinari che «comportano l'intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti», il governatore ha l'obbligo di dichiarare lo stato di crisi «dandone comunicazione tempestiva alla giunta e al consiglio regionale». Da quel momento, ad assumere il comando delle operazioni è il prefetto che si avvale della collaborazione della Regione.

Questo, durante i giorni del fuoco in Campania, non è avvenuto. Il presidente di Palazzo Santa Lucia non solo non ha ottemperato agli obblighi normativi mentre il Vesuvio e gran parte della provincia partenopea andavano in fumo, ma per due sere consecutive si è dato alla «dolce vita». L'11 luglio scorso ha infatti assistito al concerto-evento di Ennio Morricone alla Reggia di Caserta, e il giorno dopo è andato a cena presso la Masseria San Rocco con tutto lo staff. In entrambi i casi, i fotografi hanno immortalato le scene per farle girare sui social network istituzionali (forse con un tempismo non proprio dei più riusciti). Erano quelle le ore più critiche per l'emergenza roghi, quando centinaia di uomini e donne dei vigili del fuoco e della Protezione civile corrono da un lato all'altro della montagna per sfollare famiglie e tentare di arginare il muro infernale che sta avanzando lungo boschi e pendii. Il governatore non è però in sede a coordinare le attività, è altrove. E, non coordinando lui, non lo fa nessun altro. Una scelta che scatena l'ilarità di alcuni vignettisti che su Facebook lo ritraggono nei panni di Nerone che canta mentre Roma finisce in cenere.

«Non dichiarando lo stato di crisi ha denunciato il capogruppo azzurro in Consiglio regionale, Armando Cesaro De Luca ha impedito alla prefettura di poter assumere le iniziative del caso e il coordinamento delle attività di soccorso. Si tratta di una responsabilità politica gravissima». De Luca era a conoscenza della legge sulla protezione civile? E i suoi collaboratori più stretti, invece? Perché il prefetto, che è il rappresentante territoriale del governo, non è stato coinvolto?

Sulla gestione dell'emergenza incendi, ieri è esploso il caos in Consiglio regionale. I consiglieri grillini sono stati espulsi dall'aula (e riammessi poco dopo) per aver chiesto di dedicare l'intera seduta al tema, ma la proposta è stata rigettata dalla presidente del consiglio. Da una settimane, gli esponenti pentastellati dormono nelle tende davanti all'ingresso in segno di protesta contro De Luca. I Verdi hanno invece annunciato la presentazione di un dossier in Procura sui piromani perché sospettano l'esistenza di una regia unica.

«Non sappiamo - ha aggiunto Cesaro - se De Luca non l'ha fatto per negligenza o per continuare a tenere le redini dell'emergenza nelle proprie mani, sta di fatto che questa omissione costituisce una evidente inadempienza della legge regionale 12 del 22 maggio scorso». Il costo dei danni provocati da una settimana di fiamme non sono calcolabili, ma è nell'ordine di decine e decine di milioni di euro. Solo sul vulcano sono stati ridotti in cenere 1.600 ettari di macchia mediterranea. Senza lo stato di crisi, i piani di soccorso e tutto quel che ruota attorno passeranno per Palazzo Santa Lucia.

E il diretto interessato che cosa dice? Come spesso gli capita, quand'è sotto attacco, 'o Sceriffo tende a minimizzare: «Il problema non si risolve con i tweet né con gli striscioni». Ma con lo stato di crisi, forse, sì.

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