Uso della sanità solo per accresce il proprio potere. Il tutto a discapito dei cittadini costretti a dover compiere nuovi sacrifici a causa dell’inadeguatezza dell’azione politica di Regione e governo.
È questo il duro atto di accusa lanciato in particolare contro il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, da una persona che conosce bene i metodi di quello da molti definito come "sceriffo". Il pesante affondo contro il governatore arriva da un medico pediatra di Salerno che ha lavorato in ospedale e nell'università della sua città e che, particolare da non sottovalutare, è stata consigliere comunale con delega alla Sanità per due legislature durante l’amministrazione De Luca. Per il suo sfogo, coraggioso, la dottoressa ha deciso di scrivere una lettera, pubblicata su Libero Quotidiano, a Pietro Senaldi nella quale racconta cosa c’è dietro l’azione del governatore della Campania in materia di Sanità pubblica.
"Posso dire, con certezza, che nessuna empatia ha caratterizzato l'azione di De Luca rispetto alla Sanità pubblica, se non l'occupazione politica di postazioni nel settore (apicali e non), come del resto facevano e fanno tutte le forze politiche, a seconda del loro peso elettorale", ha esordito la dottoressa che ha sottolineato che “in Campania l'inefficienza delle strutture sanitarie pubbliche, anche se ci sono alcune eccellenze alle quali va tutto il nostro rispetto, è abbastanza evidente e se la zoppia, in tempi normali, si può bilanciare con le stampelle, in tempi di Covid-19 tutto precipita”.
L’autrice della lettera, con riferimento anche all’attuale situazione che si sta vivendo nella Regione, si chiede dov'era De Luca "quando il disastro della Campania, sotto l'aspetto sanitario e l'aspetto economico, era ampiamente previsto?". Secondo la dottoressa il presidente della giunta regionale della Campania non si è reso conto che dopo tanti anni di inefficienze "non tutte attribuibili a lui doveva chiedere con forza, al "governo amico", di potenziare gli organici ospedalieri, i posti letto, la medicina del territorio, le terapie intensive e sub-intensive”. La questione è delicata visto l'aumeto dei casi di Covid nella Regione. La stessa autrice della missiva spiega che tali richieste al governo nazionale dovrebbero essere state fatte ma "i bandi per l'arruolamento di personale sanitario e para-sanitario sono stati approvati solo nella prima settimana di ottobre; all'appello nei nostri ospedali mancano ancora un centinaio di terapie intensive rispetto a quelle che dovevano essere attivate".
Un ritardo che in tempo di coronavirus è allarmante e che potrebbe creare ulteriori problemi ai campani. "Non si possono sempre far pagare ai cittadini- ha continuato-. lo spreco e le inefficienze di un sistema che dovrebbe rappresentare l'orgoglio di ogni buona amministrazione". La dottoressa critica aspramente gli atteggiamenti di De Luca, forse dettati da un calcolo politico: "A cosa serve sbraitare, mostrare la Tac di un ammalato, chiedere ulteriori restrizioni, l'esercito nelle strade, le forze dell'ordine, solo perché la paura che il sistema sanitario campano non regga attanaglia, ora, la coscienza, come la perdita dei consensi?".
"È assolutamente vero- ha specificato la pediatra- che la Regione Campania riceve quote per la sanità inferiori a quelle di altre regioni, e che i criteri di ripartizione dei fondi sono sbagliati, ma stabilire le priorità e scegliere dove indirizzare quei fondi è compito della programmazione regionale. Dunque, "battere cassa" e soddisfare la domanda di salute dei cittadini resta l'obiettivo prioritario. Ciò non è stato e non è!". Poi l’affondo contro il governo guidato da Giuseppe Conte "totalmente incapace di gestire questa epidemia con gravi ripercussioni su tutte le regioni italiane crea i presupposti per un "fai da te" che è quanto di più tragico possa capitare alla Nazione". Per questo, ammette la dottoressa, "perché meravigliarsi se la pazienza dei cittadini è finita? Perché voler dare connotati "politici" a una protesta popolare che, per quanto violenta, ha le sue buone ragioni?”.
Infine la pediatra dichiara di aver apprezzato il titolo di Libero "Hanno ragione i napoletani" in quanto"il disastro parte da lontano e l'epidemia soffia sul fuoco e alimenta le fiamme di un dissenso che può diventare incontrollabile.
Eppure, nella nostra quotidiana tragedia, nella sofferenza di centinaia di persone cui hanno sottratto, già da tempo, il diritto a molte prestazioni sanitarie, non si è mai registrata una parola di scusa, un gesto di umiltà, che avrebbe potuto stabilire un "nuovo patto" tra potere e cittadino e rendere magari più accettabili nuovi sacrifici". Una lettera, questa che farà discutere e che, magari, potrebbe portare ad un cambio di rotta di De Luca. Difficile ma nella vita nulla si può escludere.
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