Battesimo del fuoco. Prova superata. Il nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli esordisce nell'Aula della Camera a soli cinque giorni dalla sua nomina, dopo le burrascose dimissioni del predecessore Gennaro Sangiuliano. L'occasione per il debutto a Montecitorio è un «question» time da parte del capogruppo di Italia Viva Davide Faraone. L'esponente renziano vuole chiedere conto a Giuli di qualcosa che l'ex presidente del «Maxxi» nemmeno ha fatto, ovvero delle nomine della commissione ministeriale per la concessione dei contributi cinematografici, decise da Sangiuliano poco prima di abbandonare il ministero.
L'ex giornalista di Libero e del Foglio, non si scompone di fronte al pressing di Faraone. «Non mi sento affatto offeso dalle scelte fatte dell'ex ministro Sangiuliano che mi ha preceduto», spiega in Aula, imperturbabile in abito e cravatta scuri. Poi precisa: «Io per primo, a poche ore dall'insediamento venerdì scorso, mi sono posto alcuni interrogativi che voi adesso mi avete rivolto traendo conclusioni differenti dalle vostre. A tale proposito posso anticiparvi che la commissione di cui stiamo discutendo è oggetto in queste ore di una mia attenta verifica e revisione». Quindi l'annuncio di un'integrazione delle scelte di Sangiuliano, ma solo per quanto riguarda «l'equilibrio di genere». Il tutto, però, in una cornice in cui Giuli sottolinea che le quindici nomine del suo predecessore sono tutte di «alto livello». «Un nome per tutti - aggiunge il neo ministro - Paolo Mereghetti, autore del più celebre e diffuso dizionario di film in lingua italiana, tutt'altro che identificabile come cliente del ministro Sangiuliano». «Il ministro Giuli ha dimostrato che l'operato del ministro Sangiuliano è stato pessimo. Prendiamo atto che il ministro della Cultura ci ha dato ragione», pattina Faraone in replica.
Alla fine del question time, Giuli prosegue per Palazzo Chigi, dove si ferma nel cortile d'onore, quindi conclude la giornata rientrando a piedi alla sede del ministero della Cultura. Ma prima ancora dell'intervento in Aula, il neo ministro fa anche il suo debutto in Transatlantico. Giuli si intrattiene con i parlamentari di maggioranza e opposizione, tra cui Grazia Di Maggio e Francesco Filini di FdI e Maurizio Lupi di «Noi Moderati». Poi saluta col baciamano Laura Boldrini, che lo avverte: «Vedi di comportarti almeno degnamente». Spunta anche Nicola Fratoianni, di Avs, ma l'abbraccio del neo-ministro è tutto per la sorella Antonella, che lavora all'ufficio stampa della Camera. «C'è prima una sorella d'Italia da salutare», ha scherzato Giuli, avvicinandosi alla giornalista, storica addetta stampa di FdI, visibilmente commossa.
Intanto è arrivato il nome del
sostituto del ministro alla reggenza del Maxxi. Dopo le polemiche, Raffaella Docimo ha rinunciato all'incarico, che è stato assunto da Maria Emanuela Bruni, altra componente del Cda del Museo romano di arte contemporanea.
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