Stipendi e pensioni, cambia tutto: i calcoli fascia per fascia

Grazie al taglio del cuneo previsto dal decreto Aiuti bis, da luglio fino a fine anno le buste paga dei redditi fino a 35mila euro saranno più pesanti. Ecco di quanto aumenteranno a seconda della fascia di retribuzione

Stipendi e pensioni, cambia tutto: i calcoli fascia per fascia

Stipendi e pensioni in lieve aumento col decreto Aiuti-bis. Ciò sarà possibile, stando a quanto previsto dal provvedimento, grazie al taglio del cuneo fiscale di 1,2 punti percentuali da luglio a dicembre 2022 per i redditi fino a 35mila euro, che andrà ad aggiungersi a quello pari allo 0,8% già stabilito lo scorso gennaio e tuttora in vigore, arrivando quindi a un taglio del cuneo del 2% in totale. La decontribuzione di luglio verrà recuperata nella busta paga di agosto.

"Per i periodi di paga dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2022, compresa la tredicesima o i relativi ratei erogati nei predetti periodi di paga", si legge nel testo, "l'esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore di cui all’articolo 1, comma 121, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, è incrementato di 1,2 per cento".

Il provvedimento, inoltre, include l'anticipo di tre mesi della rivalutazione delle pensioni, con incremento del 2% degli assegni già a partire dal prossimo ottobre (anche in questa circostanza si fa riferimento alla soglia dei 35mila euro). Una manovra, quella del taglio del cuneo fiscale, che, come spiegato dal ministro dell'Economia Daniele Franco, peserà sulle casse dello stato 1,2 miliardi di euro. La rivalutazione delle pensioni, invece, prevede lo stanziamento di ulteriori 1,5 miliardi.

Cosa cambia negli stipendi

Per quanto concerne i lavoratori dipendenti, il taglio del cuneo fiscale porterà aumenti compresi tra gli 8,3 euro lordi al mese (per redditi lordi annui di 9mila euro) e i 32,3 euro (per redditi da 35mila euro). Ecco come influirà sulle buste paga a seconda della fascia di retribuzione.

35mila euro

I maggiori benefici sono previsti per coloro che si avvicinano a una retribuzione annua lorda di 35mila euro. In sei mesi di stipendio, più eventuale tredicesima, ciò si tradurrà in un incremento di circa 226 euro lordi, circa 32,3 euro in più al mese.

25mila euro

I contribuenti con reddito annuo pari a 25mila euro potranno usufruire del taglio con un aumento di 23,1 euro lordi, il che significa un aumento di circa 162 euro per sei mesi più tredicesima.

15mila euro

Si assottiglia ulteriormente il beneficio previsto per i redditi da 15mila euro annui: la decontribuzione porterà un incremento di 13,8 euro, che si tradurrà con un aumento complessivo di circa 97 euro lordi per sei mesi più tredicesima

10mila euro

Un reddito da 10mila euro l'anno porterà a 9,2 euro lordi in più al mese, vale a dire un incremento di 64,6 euro lordi totali da luglio a dicembre più tredicesima.

9mila euro

Ancora meno significativo l'aumento per i redditi da 9mila euro annui: si arriverà ad appena 8,3 euro lordi mensili, per un incremento complessivo di 58,2 euro lordi nei sei mesi più tredicesima.

Cosa cambia nelle pensioni

La rivalutazione del 2% delle pensioni, ritenuta insufficiente dai sindacati esattamente come il taglio del cuneo fiscale, partirà dal prossimo ottobre e non dal 2023 come previsto inizialmente, e sarà riconosciuta agli assegni fino a 2.692 euro lordi. L'Inps deve tuttavia ancora disporre gli adeguamenti di calcolo per rendere effettivi tali incrementi entro il mese di ottobre: ciò significa che soltanto nel caso in cui tutto dovesse filare liscio e non ci fosse alcun genere di intoppo si inizierebbe effettivamente dalla data prevista.

Per le pensioni minime, oggi pari a 524 euro mensili, si

parla di un incremento di 11 euro mensili. I contribuenti che ricevono un assegno di 1.000 euro lordi beneficeranno di un incremento di 80 euro, mentre coloro che incassano 2mila euro lordi riceveranno un aumento di 160 euro.

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