Non sarà un processo mediatico, o almeno non dovrebbe esserlo, l'indagine per stupro che vede indagati il figlio di Beppe Grillo, Ciro, e tre suoi amici. Ma proprio il video-messaggio di Beppe l'ha rilanciato in grande stile sui social, sui giornali e sulle televisioni, fallendo così evidentemente nel primo dei suoi intenti. E due sere fa, a Non è l'Arena, su La7, Massimo Giletti ha rivelato un paio di interessanti testimonianze esclusive sul caso. Se Ciro Grillo e la moglie del fondatore del M5s Parvin Tadjik hanno dribblato le domande, a parlare sono stati, invece, un'amica d'infanzia di Ciro e uno degli altri tre indagati per lo stupro che sarebbe avvenuto ad agosto 2019 nella villetta di Grillo in Sardegna. E la versione «difensiva» ribalta la storia sulla ragazza, che sarebbe stata consenziente, «complice» del gioco, e avrebbe sì esagerato con l'alcol, ma quasi come gesto di sfida verso Ciro e i suoi amici che non riuscivano a finirsi la bottiglia di vodka. Sia il coindagato sia l'amica parlano anche del famigerato video girato quella notte, quello che per l'accusa proverebbe la violenza, o almeno lo stato di debolezza della ragazza, e che invece per la difesa dei 4 ragazzi e per Beppe Grillo è la prova che lei era consenziente.
«Nel video si vede proprio la ragazza che comunque sta: uno benissimo, e due che non la costringiamo niente», spiega all'inviato de La7 l'amico di Ciro, che nega di averla forzata a bere. «La vodka insiste - l'ha presa da sola e per sfida». E l'avrebbe bevuta «lei da sola aggiunge - perché noi non riuscivamo a berla e allora lei per sfida ha detto dai che ce la faccio e se l'è bevuta». Il ragazzo conferma che sia lui che Ciro che gli altri due amici quella notte hanno avuto un rapporto sessuale con J., ma rivela che ci sarebbero messaggi della ragazza inviati «a sue amiche», evidentemente ora agli atti dell'inchiesta, in cui la vittima scriverebbe di aver «sbagliato un'altra volta» e di aver «fatto un'altra cazzata». Nonostante tutto, però, l'amico di Ciro critica la scelta di Beppe Grillo di pubblicare quel video, che lui ha visto prima che fosse diffuso, perché ha fatto tornare l'attenzione sulla vicenda, oltre che per il riferimento al ritardo di 8 giorni nella denuncia che «secondo me non ci stava dirla», perché «non c'entra tanto quanto ha aspettato ma la cosa è che l'ha fatto proprio senza senso».
Ma quello che colpisce, è che il famoso video del «festino» sia stato visto anche dall'altra persona intervistata a Non è l'Arena, ossia l'amica di Ciro, che parla tranquillamente di quanto avviene in quella clip perché, confida alla giornalista, lei sa che cosa c'è dentro. «Sì sì io l'avevo visto», ammette, spiegando che si assiste a un clima di «complicità massima», e non c'è alcun sentore di violenza. «Per quello spiega l'amica d'infanzia di Ciro - Beppe continua a dirlo, c'è il video, c'è il video: (la ragazza che ha denunciato lo stupro, ndr) è lì tranquilla, capito? Completamente complice. Sì sì, ride, nel senso se tu ti senti violata, abusata, non stai lì così». E la ragazza che ha messo gli occhi - ma chissà quanti altri lo hanno fatto, evidentemente i quattro non lo avevano tenuto molto riservato - su un video che è una prova importante di questa indagine non sembra smuovere le sue certezze innocentiste verso Ciro e gli amici.
Ieri anche Giancarlo Cancelleri è intervenuto per criticare il fondatore de Movimento.
«Il Beppe Grillo che conosco io non avrebbe mai fatto quel video - commenta il sottosegretario grillino alle Infrastrutture -. Purtroppo ha sbagliato in quel commento sui tempi della denuncia, non si possono contare i minuti quando si tratta di una donna violentata».
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