Dl fisco, Di Maio diserta vertice. Salvini: "La pax è nel contratto"

Tensioni sul decreto fiscale: Di Maio è a Palazzo Chigi, ma non partecipa al vertice di governo. Oggi pomeriggio il Cdm, Salvini avverte: "La pace fiscale è nel contratto"

Dl fisco, Di Maio diserta vertice. Salvini: "La pax è nel contratto"

Parte con tensioni il vertice di governo sul decreto Fiscale che dovrebbe essere approvato questo pomeriggio dal Consiglio dei ministri.

Questa mattina i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio non hanno partecipato alla riunione. Il leader della Lega - come previsto - era impegnato in un'assemblea di Confimi industria a Monza e ha "delegato" il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Assente pure il "capo politico" del M5S, che pure ha passato la mattinata nel suo ufficio di Palazzo Chigi. Entrambi hanno però partecipato al vertice convocato da Giuseppe Conte nel pomeriggio. Alle 17,30, intanto, è stato convocato il Cdm. Sul tavolo c'è sia il dl fiscale che la legge di Bilancio che definirà la manovra economica.

Restano però i contrasti tra le due anime del governo in particolare sulla cosiddetta pace fiscale voluta dalla Lega e poco amata dai Cinque Stelle. "C'è il decreto fiscale oggi pomeriggio, domani c'è la manovra di bilancio: ho ben chiaro quali sono i nodi", avverte Salvini da Monza, "Lo dico ai amici dei M5s: saldo e stralcio le cartelle di Equitalia per chi ha fatto la dichiarazione dei redditi ma non è riuscito a pagare tutto, è nel contratto di governo. Quello per me vale".

"I furbetti ci sono in ogni settore, sui furbetti nessuna transigenza, ma ci sono milioni di italiani che convivono con le cartelle di Equitalia che li stanno portando alla disperazione e al suicidio", ha aggiunto il ministro dell'Interno, "Uno Stato normale con questa gente ragiona e non continua a condannarla. Mi dicono che non si può, ma volere è potere, andremo fino in fondo. Sono convinto che ci sia bisogno di un nuovo rapporto tra italiani ed Equitalia: gli evasori totali, quelli che non hanno mai compilato la dichiarazione dei redditi, per me devono marcire in galera fino alla fine dei loro giorni.

Ma l'artigiano, il piccolo imprenditore o il commerciante che sono schiavi di una cartella da 40 mila euro da una vita deve poter tornare a vivere; è quella la cartella che va stracciata. Ne sono straconvinto e questo c'è nel contratto di governo.".

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