Parola d’ordine: “Attenersi al contratto di governo”. Così il premier Giuseppe Conte, di fronte allo spettro di una fronda pentastellata pronta a pugnalare alle spalle Salvini sul Dl sicurezza, mette in riga il M5S.
"Le osservazioni critiche sono benvenute ma c'è un momento in cui bisogna fare una sintesi. I parlamentari che si riconoscono nella maggioranza devono assumere un atteggiamento di consapevolezza e responsabilità" attenendosi “al contratto di governo", ha messo in chiaro il presidente del Consiglio da Nuova Delhi, dove è volato per partecipare al Tech Summit ed incontrare l’omologo, Narendra Modi.
Il timore che la maggioranza possa scricchiolare per colpa dei dissidenti pentastellati, quindi, esiste ed è concreto. E dal premier trait d’union tra Lega e grillini arriva un ultimo appello alla “responsabilità” prima che il decreto legge arrivi in aula al Senato lunedì prossimo. “Quando un provvedimento si radica nelle previsioni del contratto di Governo secondo me bisogna dimostrare un atteggiamento conseguente", ha detto Conte ai giornalisti. E sull'eventuale espulsione dei frondisti, il premier fa un passo indietro. “Non spetta a me valutarlo, non sono il leader del M5S”, si limita a constatare. Ma rincara: “Dico solo, da responsabile dell'autorità di Governo, che abbiamo presentato un decreto legge , è legittimo fare delle osservazioni critiche ma c'è un momento in cui bisogna tirare le fila di queste posizioni critiche e concentrarsi sull'obiettivo che spetta al Parlamento, la conversione del decreto legge".
La maggioranza gialloverde al Senato è composta da 167 senatori, soltanto sei in più rispetto alla soglia di 161.
E sarebbero già 4 i firmatari degli emendamenti che rischiano di far saltare il Dl Salvini: Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Elena Fattori e Matteo Mantero. Ma la fronda potrebbe essere ancora più ampia, nonostante l’appello del vicepremier Luigi Di Maio a rientrare nei ranghi che, per ora, sembra caduto nel vuoto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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