Ma Donald rilancia: 100 ordini esecutivi per la presidenza. "E incontrerò Putin"

I piani per i primi cento giorni. "Lo Zar mi ha chiamato, allo studio un vertice"

Ma Donald rilancia: 100 ordini esecutivi per la presidenza. "E incontrerò Putin"
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Donald Trump incassa la condanna (simbolica) per la vicenda Stormy Daniels, che pure lo farà diventare il primo presidente Usa «convicted felon», e procede spedito verso l'inaugurazione del 20 gennaio e i primi 100 giorni della sua nuova Presidenza. In programma ci sarebbero altrettanti ordini esecutivi per rispettare il più possibile il mantra della campagna elettorale: «Promesse fatte, promesse mantenute». E se si allontana di qualche mese l'orizzonte della fine della guerra in Ucraina, si avvicina concretamente la prospettiva di un incontro tra il nuovo presidente e Vladimir Putin. «Vuole un incontro e lo stiamo organizzando», ha detto il tycoon parlando giovedì sera a Mar-a-Lago. Anche se ancora non c'è stata una telefonata col leader russo, ha ammesso, «il presidente Putin vuole incontrarmi. Lo ha detto anche pubblicamente, dobbiamo farla finita con questa guerra».

Da parte russa il segnale è stato subito colto. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha riferito che Mosca non ha ancora ricevuto una richiesta ufficiale da parte americana, e tuttavia Putin è pronto a incontrare il prossimo presidente Usa senza condizioni. Segnali di disponibilità da parte di due leader che hanno fatto della proiezione della propria forza la loro cifra politica. Da parte di Trump, si tratterebbe anche di un bagno di realismo, dopo la promessa fatta in campagna elettorale di potere mettere fine alla guerra «in 24 ore» dopo il suo insediamento del 20 gennaio. Non a caso, l'argomento non viene più affrontato da Trump e dai suoi alleati chiave al Congresso con i toni usati fino a poche settimane fa. Nella recente conferenza stampa a Mar-a-Lago, il presidente eletto ha preferito concentrarsi sui suoi piani di acquisizione del Canale di Panama, della Groenlandia e del Canada.

Il «surge» di aiuti militari a Kiev lanciato dall'Amministrazione Biden dopo le elezioni del 5 novembre, con annunci di nuovi pacchetti di armamenti fino ad esaurimento dei fondi approvati lo scorso anno dal Congresso, non viene più bollato da parte repubblicana come il tentativo di «sabotare la pace». È il Financial Times a rivelare che nelle ultime settimane, gli emissari di Trump in contatto con i partner europei hanno spostato di «diversi mesi» la data della possibile fine del conflitto. Allo stesso tempo, hanno lasciato intendere che gli aiuti militari di Washington a Kiev non verranno interrotti. Lo stesso inviato di Trump per l'Ucraina, Keith Kellogg, ha detto a Fox News che ora l'obiettivo e mettere fine al conflitto in «100 giorni». Quali siano i termini che gli Stati Uniti di Trump intendano portare (o imporre) all'eventuale tavolo dei negoziati al momento non è chiaro. Un possibile piano di pace lo aveva illustrato JD Vance, il vice presidente eletto, durante la campagna elettorale: congelamento delle linee del fronte; nessun ingresso dell'Ucraina nella Nato, in cambio della protezione militare Usa. Anche di questo, che dai Democratici era stato bollato come un cedimento totale alle richieste di Putin, da qualche settimana non si parla più nei dettagli. Un altro segnale che l'obiettivo delle «24 ore» per la fine della guerra è definitivamente stato derubricato a promessa elettorale e ha lasciato il passo a quello dei «diversi mesi».

È un parziale ridimensionamento dell'agenda dei 'primi 100 giorni', sulla quale però Trump intende procedere spedito sugli altri temi che lo hanno portato alla vittoria elettorale. A cominciare dal contrasto all'immigrazione illegale. Tra i 100 ordini esecutivi che il tycoon intende firmare nelle sue prime settimane alla Casa Bianca, molti riguardano proprio la sicurezza al confine col Messico e l'espulsione degli irregolari. Al vaglio c'è anche la possibilità di rispolverare il «Title 42», la norma di emergenza sanitaria usata durante la pandemia per sigillare il confine e respingere le richieste di asilo.

Più complicata, dopo i provvedimenti di tutela ambientale decisi da Joe Biden questa settimana, la ripresa immediata e massiccia delle trivellazioni di gas e petrolio, il «drill, baby, drill!» promesso in campagna, che secondo Trump dovrebbe abbassare i costi dell'energia e sconfiggere l'inflazione.

Ma il tycoon, accusando Biden di essere andato contro la volontà degli elettori, ha assicurato che li cancellerà immediatamente.

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