Continua tra alterne vicende l'offensiva russa su Severodonetsk, nel Donbass. Dopo un primo successo della controffensiva ucraina, le forze di Kiev sono di nuovo in difficoltà. Per stessa ammissione del presidente Zelensky la situazione sul fronte orientale è «difficile». Si combatte strada per strada e i russi continuano a spingere verso Slovyansk nel tentativo di accerchiare le truppe ucraine, che però resistono e mantengono le posizioni. Il sindaco della città sostiene che Kiev ha concentrato in quest'area «forze sufficienti per respingere il nemico». Nonostante le truppe di Mosca siano più numerose e potenti, dunque, al momento quelle di Zelensky tengono duro, seppur 22 città nelle regioni di Donetsk e Lugansk sono state bombardate nelle ultime 24 ore, seminando morte e distruzione tra i civili. Lo stesso sta accadendo negli insediamenti di Chernihiv e Sumy.
Ad oggi, è proprio questo il fronte più caldo della guerra. «I nostri difensori distruggono il nemico in pesanti battaglie ma, in alcune aree c'è un vantaggio decuplicato del nemico nell'artiglieria. Nonostante ciò, stiamo gradualmente spostando gli occupanti dalla città», assicura il capo della Direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino, il maggiore generale Kirill Budanov. Nei giorni scorsi gli ucraini erano riusciti a recuperare il controllo del 50% del centro amministrativo del Lugansk, poi a Severodonetsk la situazione è tornata a peggiorare per le forze di Kiev perché i russi stanno concentrando qui tutti i loro sforzi. «Sono in corso combattimenti ferocissimi e dalla rapida evoluzione. I nostri difensori sono riusciti a effettuare una controffensiva per un certo periodo, hanno liberato quasi metà della città, ma ora la situazione è un po' peggiorata di nuovo per noi», dice il governatore della regione, Sergiy Gaidai.
Ma se a sud Mosca continua a tenere con successo le posizioni difensive, il forte impegno nell'offensiva per impadronirsi dell'intero Lugansk sembra frenare l'avanzata nel Donetsk, l'altra Oblast del Donbass, in larga parte già in mano ai separatisti. Secondo gli analisti dell'Institute for the Study of War le truppe russe si stanno sforzando per convergere su Slovyansk e su Kramatorsk, principale centro regionale ancora controllato dagli ucraini, ma è «improbabile che facciano progressi significativi, data la priorità che continua a essere data a Severodonetsk». Mosca ha sferrato anche un attacco nella regione di Kharkiv, nell'Ucraina orientale, che ha provocato tre morti e 10 feriti. Il governatore Oleh Synehubov ha fatto sapere che i russi hanno intensificato i bombardamenti delle aree residenziali e attaccato le truppe ucraine vicino a Izium, ma non hanno avuto successo e sono stati costretti a ritirarsi subendo perdite. La tattica degli ucraini è quella di approfittare della concentrazione di forze russe su Severodonetsk, per lanciare assalti localizzati su altri assi di avanzamento. Come a nord di Kharkiv, dove la controffensiva di Kiev sta continuando a tenere sotto pressione le posizioni difensive russe vicino al confine.
La concentrazione di uomini e mezzi nel Donbass non lascia però il resto del Paese immune da attacchi. Numerose esplosioni sono state segnalate a Mykolaiv, la città a nord ovest di Kherson, che ha finora vanificato qualsiasi tentativo della fanteria russa di puntare su Odessa. Domenica, inoltre, dopo un mese, i missili di Mosca sono tornati a colpire Kiev, secondo l'intelligence britannica per cercare di interrompere la fornitura di equipaggiamento militare occidentale alle unità ucraine in prima linea. Tanto che la Difesa russa afferma di aver colpito carri armati T-72 consegnati dai Paesi dell'Europa dell'Est e dalle immagini satellitari sembra che il bersaglio del raid sia stato una fabbrica che si occupa di riparazioni di veicoli.
Sempre secondo gli 007 inglesi i russi «hanno probabilmente portato armi per la difesa aerea sull'Isola dei Serpenti per assicurare protezione alle navi russe. Armi pesanti sono state schierate intanto da Mosca in territorio bielorusso, lungo il confine con l'Ucraina, dove sono stati posizionati anche sistemi missilistici terra-aria.
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