Donne e bimbi mormoni massacrati dai narcos

Nove le vittime, tre mamme e 6 figli. Tra cui due gemelli neonati. «Alcuni bruciati vivi»

Donne e bimbi mormoni massacrati dai narcos

San Paolo Una carneficina per mano cartelli narcos, una macelleria messicana come purtroppo accade spesso nel Nord del Paese del tequila, poco lontano dal confine con gli Stati Uniti e dal sogno americano. Solo che stavolta, trattandosi di almeno 9 cittadini statunitensi morti, compresi due gemellini di 6 mesi, le conseguenze hanno subito assunto una rilevanza globale, con il presidente statunitense Donald Trump che, appena informato della tragedia, non ha esitato via Twitter ad offrire aiuto militare al suo omologo, Andrés Manuel López Obrador (Amlo) che, altrettanto immediatamente, ha respinto ogni aiuto.

Ma andiamo ai fatti. Erano le 9.30 di lunedì mattina quando una parte della numerosa famiglia di mormoni statunitensi LeBarón - già nota in zona per la difesa dei diritti dei campesinos locali e la lotta contro il crimine - decideva di spostarsi in auto dalla cittadina di Galeana, nello stato di Chihuahua, per raggiungere il paesino di Bavispe, 700 abitanti nello stato di Sonora. Una pacifica carovana composta da tre veicoli su cui viaggiavano tre mamme e 14 bambini che - verso l'una del pomeriggio - veniva all'improvviso attaccata selvaggiamente proprio mentre attraversava il confine tra gli stati di Chihuahua e Sonora. Una gragnuola di colpi, oltre 200 i bossoli calibro .223 e 7 millimetri raccolti ieri dagli inquirenti, accorsi con un ritardo di quasi 4 ore sul luogo della strage. Un inferno che ha mandato a fuoco uno dei tre veicoli su cui viaggiavano una donna e quattro bambini, i cui corpi sono stati carbonizzati dall'esplosione mentre, probabilmente, alcuni di loro erano ancora vivi. La polizia locale ritiene che la strage sia opera dei cartelli della droga, da stabilire se si sia trattato di uno scambio di persona o di una vera e propria vendetta contro l'attivismo politico della famiglia LeBarón che aveva fondato già nel recente passato un gruppo di lotta al crimine chiamato Sos Chihuahua, e un cui membro era stato assassinato nel 2009. La comunità vittima del massacro discende da mormoni emigrati dagli Stati Uniti nel diciannovesimo secolo dopo essere stati perseguitati per le loro tradizioni, inclusa la poligamia. Da segnalare che un loro ex membro è George Romney, papà dell'ex candidato presidenziale repubblicano Mitt Romney, nato nel 1907 a Colonia Dublino, proprio nello stato di Chihuahua dove vivevano i LeBarón.

Con Lopez Obrador alla presidenza e la sua politica di «pace» e di fine della «guerra contro la droga» il livello di violenza in Messico non è mai stato così alto.

Anche per questo ieri Trump oltre ad offrire aiuto militare ed intelligence al Messico ha chiesto ad Amlo di dichiarare di nuovo guerra ai cartelli della droga per spazzarli, una volta per tutte, via dalla faccia della terra sentendosi però rispondere con un cortese ma fermo «no» basato sulla sovranità e l'indipendenza del Paese del tequila. Una polemica destinata a continuare ma che importa poco ai piccoli bambini e donne mormoni trucidati dai narcos.

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