Doppia morale Warner. Sbianchetta Brizzi ma non cancella il film

Il nome del regista travolto dallo scandalo tolto dai crediti di «Poveri ma ricchissimi»

Doppia morale Warner. Sbianchetta Brizzi ma non cancella il film

Poveri di coerenza. Ma ricchissimi al botteghino. Un capolavoro di ipocrisia quello messo in cartellone da Warner Bros Entertainment Italia, la casa di produzione che ha a libro paga Fausto Brizzi, il regista al centro della costola italiana del Sexgate cinematografico. La società americana ha annunciato la conferma dell'uscita del film natalizio di Brizzi, Poveri ma ricchissimi, nelle sale il prossimo 14 dicembre, malgrado la bufera che sta investendo il regista romano. Una scelta molto diversa da quella presa dalla Free Production di Ridley Scott e dalla Imperative Entertainment, le due società che stanno producendo il film All the money in the world per la Sony Pictures, che hanno avuto il coraggio di cacciare Kevin Spacey dal cast a film di fatto già in uscita, rigirando tutte le scene in cui compariva l'attore di House of Cards con Christopher Plummer al suo posto.

Vero che sbianchettare un regista da un film appena terminato non è come cancellare stalinianamente un attore dalle scene. Ma la Warner Bros avrebbe potuto rinunciare alll'uscita del cinepanettone avariato, o almeno attendere un momento più propizio. E invece il film nelle sale ci sarà, come fosse scritto da un ghost director, visto che «Fausto Brizzi non verrà associato ad alcuna attività relativa alla promozione e distribuzione del film Poveri ma ricchissimi». Il suo nome scomparirà dai crediti e dai titoli di testa e di coda (Brizzi del film è anche sceneggiatore e autore del soggetto) e sarà anche sospeso da «ogni futura collaborazione con Warner Bros Entertainment Italia», visto che questa «prende molto seriamente ogni accusa di molestia o abuso e si impegna fermamente affinché l'ambiente di lavoro sia un luogo sicuro per tutti i suoi dipendenti e collaboratori». Ma cancellare il film no, visto che «è il risultato della creatività, del lavoro e della dedizione di centinaia di donne e di uomini del cast e della produzione». Che finirebbero per pagare i presunti atti di rapacità sessuale di Brizzi. Ma il sospetto è che la casa di produzione non voglia rinunciare al ricco box office che il film dovrebbe garantire. I film di Brizzi infatti di solito incassano tra i 7 e i 13 milioni di euro, anche se i blockbuster di Brizzi risalgono a qualche tempo fa: Notte prima degli esami, del 2006, sbigliettò per 12 milioni e mezzo anche se il record personale appartiene a Maschi contro Femmine del 2011, con 13,6 milioni. Alcune delle ultime opere (Pazze di me, Forever young) sono state in odore di flop e Poveri ma belli si è attestato sui 7 milioni. Ma naturalmente in questo caso l'indesiderato battage pubblicitario che la pellicola interpretata da Christian De Sica ed Enrico Brignano ha avuto potrebbe portare a due effetti opposti: il boicottaggio del pubblico oppure la curiosità morbosa. Vedremo (se vedremo).

Brizzi oggi compie 49 anni ed è certamente il suo compleanno più angosciante. Il regista è accusato da una decina di attrici le cui testimonianze sono state raccolte dalla trasmissione tv Le Iene, di molestie di vario genere compiute durante irrituali provini svolti nel loft romano dell'autore: si va dalla richiesta di spogliarsi («così vedo se sei disinivolta e se non ti blocchi poi una volta sul set») a palpeggiamenti, masturbazione, in un caso un vero rapporto completo. Solo due delle accusatrici lo hanno fatto in chiaro: si tratta di Clarissa Marchese, miss Italia 2014, che non cedette alle avance di Brizzi e rinunciò alla carriera cinematografica; e di Alessandra Giulia Bassi.

Ieri

Matteo Salvini, in un post su Facebook, da un lato ha ricordato che Brizzi era «un superfan di Matteo Renzi, ospite fisso alla Leopolda» e dall'altro ha ricordato che «in un paese civile per lanciare un'accusa devi portare delle prove».

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