Il doppio binario per dare le carte anche a Bruxelles

La previsione di 25 eurodeputati e il ruolo del partito più votato

Il doppio binario per dare le carte anche a Bruxelles
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C'è un mantra che viene ripetuto tra i partecipanti alla manifestazione di Piazza del Popolo a Roma: dopo aver conquistato il governo dell'Italia bisogna arrivare al governo dell'Europa. Lo dice Giorgia Meloni e lo ripetono i militanti di Fratelli d'Italia che sognano un'Europa dei conservatori. Ciò che fino a qualche anno fa rappresentava solo un'ipotesi auspicabile ma non realizzabile, oggi appare un traguardo raggiungibile e alla portata. Per entrare a far parte della prossima maggioranza europea (numeri permettendo), Giorgia Meloni è consapevole di doversi muovere su un doppio binario: da un lato portare avanti posizioni rassicuranti per le istituzioni europee, dall'altro non dimenticare temi e battaglie care al suo elettorato. Un tempo si sarebbe detto «di lotta e di governo», oggi potremmo definirla una strategia istituzionale e politica. La Meloni infatti può giocare su due campi facendo pesare, a seconda delle situazioni, il suo ruolo di Presidente del Consiglio o leader di partito.

Essere il capo di governo della terza nazione europea per numero di abitanti e per Pil le permette di avere una posizione privilegiata nel consiglio europeo che sceglie il presidente della Commissione europea. In virtù del suo ruolo istituzionale e dell'anno e mezzo di governo, la Meloni può far pesare i risultati raggiunti offrendo un'immagine anche in Europa rassicurante. Nonostante le fosche previsioni della sinistra prima del suo insediamento, oggi l'Italia si trova in una buona situazione: l'occupazione cresce toccando numeri record e lo spread cala. Risultati che Giorgia Meloni può mettere sul piatto e rivendicare ma la sua carta più importante è il posizionamento in politica estera dell'Italia sempre lineare e senza sbandate.

Al tempo stesso però c'è una partita tutta politica da giocare per la formazione della nuova maggioranza europea e la Meloni, svestiti i panni di Presidente del Consiglio, indossa quelli di leader di partito della prima forza politica italiana che manderà a Bruxelles una pattuglia di 24/25 europarlamentari. Un peso politico da sommare al ruolo di presidente dell'Ecr, il gruppo dei conservatori e riformisti, che vedrà aumentare i propri seggi al parlamento europeo. Se ciò non bastasse, la Meloni può anche vantare un canale aperto di dialogo con i capi di governo di destra tra cui l'Ungheria.

Si tratta di un aspetto da non sottovalutare poiché, con il meccanismo del diritto di veto, il voto di ogni stato ha un suo peso.

In ogni caso, al di là di quello che sarà lo scenario definitivo e la maggioranza europea che si formerà, una cosa si può dire con certezza: Giorgia Meloni giocherà un ruolo da protagonista.

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