Non bisogna aspettare la fine del ciclo vaccinale per avere il green pass. Il certificato verde che consente di spostarsi tra regioni di colore diverso, ma anche di partecipare a matrimoni, convegni ed altri eventi, sarà valido già dopo quindici giorni dalla prima dose. E durerà nove mesi, o anche di più, a seconda del vaccino che è stato somministrato. Fino ad un anno per chi ha ricevuto AstraZeneca, la cui seconda dose viene effettuata a tre mesi dalla prima. Il conteggio dei nove mesi parte, infatti, dalla data del richiamo. Dunque per chi ha ricevuto il monodose J&J il documento che vale come passepartout scade dopo nove mese esatti dall'inoculazione. Tempi intermedi per Pfizer e Moderna, a seconda della tempistica decisa per i richiami dalle Regioni.
A fare chiarezza sul lasciapassare made in Italy, in attesa che a metà giugno arrivi quello europeo che farà decollare il turismo tra i Paesi membri, è il dl Covid pubblicato in Gazzetta Ufficiale e da ieri in vigore. Sarà la struttura sanitaria o il medico che ha effettuato il vaccino a rilasciare la certificazione e ad inserirla nel fascicolo sanitario elettronico dell'interessato. Naturalmente il green pass non è solo per i vaccinati. Chi non è stato ancora immunizzato o non intende farlo, potrà ottenere il documento se è guarito dal Covid, e in questo caso a rilasciarlo sarà il medico di medicina generale o la struttura ospedaliera dove si è stati curati, o se è risultato negativo ad un tampone (molecolare o antigenico) effettuato nelle ultime 48 ore. Sarà il laboratorio dove è stato effettuato il test a rilasciare il pass. La stessa procedura che sarà prevista per il certificato verde europeo, sul quale si sta ancora lavorando con l'obiettivo di concludere un accordo in tempo utile per l'estate. Uno dei nodi è quello di non discriminare chi, non essendo vaccinato, deve pagare di tasca propria un tampone per poter viaggiare. Per questo il Parlamento europeo sta cercando di facilitare i test gratis e ha proposto di utilizzare lo strumento di sostegno di emergenza e di stanziare una somma sostanziale di denaro per garantire tamponi accessibili, tempestivi e gratuiti.
Intanto ieri i rappresentati dell'Unione europea hanno raggiunto un accordo per allentare le restrizioni di viaggio per i cittadini extra Ue, in particolare per chi è già stato immunizzato, e per rendere meno rigidi i criteri in base ai quali viene stilata la lista dei Paesi considerati sicuri dal punto di vista epidemiologico. Allo stesso tempo, per limitare la diffusione delle varianti, verrà introdotto un meccanismo di freno di emergenza per permettere agli Stati membri di agire velocemente in modo coordinato.
Mentre l'Europa pensa a come favorire l'arrivo dei turisti che non fanno parte dell'Unione, gli Stati Uniti - dove il 60% degli adulti ha ricevuto almeno una dose - sono cauti con il nostro Paese, considerato ancora troppo indietro con le vaccinazioni. Tanto che l'immunologo Anthony Fauci ha ipotizzato una ripresa dei viaggi tra Usa e Italia non prima di fine estate o inizio autunno.
«Il rischio di infezione deve diventare molto basso e ancora non ci siamo», ha detto. Italia ancora al bando anche per il Regno Unito: il nostro Paese, infatti, è nella lista gialla - insieme a Francia, Spagna e Grecia - degli Stati dove il premier Boris Johnson ha inviato i britannici a non andare.
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