Non è una giornata come le altre a Montecitorio e il clima che si respira nei corridoi della Camera dei deputati è teso. L’eco dell’addio del ministro Luigi Di Maio al Movimento 5 Stelle e la conseguente scissione dei pentastellati sono ancora forti e già dalle prime ore della mattinata, in attesa dell’arrivo del presidente del consiglio Mario Draghi, si è notato un inusuale fermento tra i parlamentari. Il premier, arrivato puntuale per le comunicazioni in vista del consiglio europeo di domani e dopodomani, è sembrato, però, sereno, come sempre. L’emiciclo si è riempito in breve tempo, anche se è facile notare alcune assenze tra i banchi del Movimento 5 Stelle. Il discorso di Draghi, comunque, non si è discostato di molto da quello pronunciato ieri pomeriggio al Senato.
La guerra in Ucraina
“Il consiglio europeo del 23 e 24 giugno – ha esordito il premier – affronterà i seguenti temi: gli sviluppi della guerra in Ucraina e il sostegno europeo a Kiev; le ricadute umanitarie, alimentari, energetiche e securitarie del conflitto; gli aiuti a famiglie e imprese colpite dalla crisi; le prospettive di allargamento dell'Ue; i seguiti della conferenza sul futuro dell'Europa”. Oramai sono quasi quattro mesi dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina e i combattimenti diventano sempre più feroci. Il bombardamento di Kharkiv, la seconda città più popolosa dell'Ucraina, aggrava il già terribile bilancio di morti e feriti. Al 20 giugno sono 4.569 civili morti, 5.691 quelli feriti secondo le nazioni unite. Ma il numero è certamente molto più alto.
“Continuano a emergere nuove atrocità commesse ai danni dei civili da parte dell'esercito russo. Le responsabilità saranno accertate – ha continuato Draghi – e i crimini di guerra saranno puniti. Anche il numero delle persone in fuga dal conflitto continua ad aumentare. Soltanto in Italia sono oltre 135mila i cittadini ucraini arrivati dall'inizio dell'invasione”. La strategia dell'Italia, in accordo con l'Ue e con gli alleati del G7, si muove su due fronti: sostenere l'Ucraina e imporre sanzioni alla Russia, affinché Mosca cessi le ostilità e accetti di sedersi davvero al tavolo dei negoziati.
La pace concordata
Per il presidente del consiglio, solo una pace concordata e non subita può essere davvero duratura in Ucraina. “La sottomissione violenta e la repressione di un popolo per mano di un esercito – ha spiegato il premier – non portano alla pace ma al prolungamento del conflitto, forse con altre modalità, certo con altre distruzioni. Il governo italiano, insieme ai partner dell'Ue e del G7, intende continuare a sostenere l'Ucraina così come questo Parlamento ci ha dato mandato di fare”.
L’Ucraina nell’Unione europea
Draghi è tra i principali sostenitori dell’ingresso dell’Ucraina nell’Ue. “Il governo italiano – ha ribadito – è stato tra i primi a sostenere questa posizione con chiarezza e convinzione, in Europa e in Occidente. Se non sbaglio la prima volta che ho affermato questo punto è stato proprio in questo Parlamento. Continueremo a farlo in ogni consesso internazionale, a partire dal prossimo consiglio europeo, anche se non tutti condividono questa posizione”. Il governo italiano è anche favorevole a far partire i negoziati di adesione con l'Albania e la Macedonia del Nord.
Le sanzioni alla Russia
Il premier ha, ancora una volta sottolineato come le sanzioni contro la Russia funzionano. Il Fondo monetario internazionale prevede che il costo inflitto all'economia di Mosca sarà di 8,5 punti del Pil, un fatto che conferma come queste misure siano sempre più efficaci, seppure “i canali di dialogo con Vladimir Putin rimangono aperti”.
Le scorte di grano
Il conflitto in atto, in ogni caso, rischia di creare una crisi umanitaria di dimensioni enormi. Le forniture di grano sono a rischio nei Paesi più poveri del mondo. Già adesso il blocco dei porti tiene vincolati milioni di tonnellate di cereali del raccolto precedente che rischiano di marcire. Le devastazioni della guerra peggioreranno la situazione nei prossimi mesi. “È necessario – ha dichiarato Draghi – liberare le scorte di grano nei magazzini in Ucraina in modo da sbloccare le forniture per i Paesi destinatari e fare spazio al nuovo raccolto che arriverà a settembre”.
Nuove misure per l’aumento dei prezzi
Per frenare l'aumento generale dei prezzi e tutelare il potere d'acquisto dei cittadini, per il premier “è essenziale agire sulla fonte del problema e imporre un tetto al prezzo del gas russo”. In Europa l'andamento del prezzo dell'energia è alla base dell'impennata dei tassi di inflazione degli ultimi mesi. A maggio in Italia l'inflazione ha raggiunto il 7,3%, ma l'inflazione di fondo – che esclude i beni energetici e alimentari – è meno della metà. “La soluzione che proponiamo da diversi mesi – ha concluso il presidente del consiglio – è l'imposizione di un tetto al prezzo del gas russo che consentirebbe anche di ridurre i flussi finanziari verso Mosca”.
Il consiglio europeo ha dato alla commissione il mandato di verificare la possibilità di introdurre un controllo, un tetto al prezzo. Questa misura è diventata ancora più urgente alla luce della riduzione delle forniture da parte di Mosca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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