Prima che il Covid rialzi la testa, green pass per tutti i lavoratori fino alla fine dello stato di emergenza. Nel pubblico e nel privato, in ufficio, in fabbrica, negli studi professionali. Per i liberi professionisti e le partita Iva, per le colf e per il mondo del volontariato. Anche il Quirinale, il Parlamento e la Consulta si devono adeguare alle nuove disposizioni. L'Italia diventa così il primo Paese in Europa dove è necessario esibire la certificazione verde per andare a lavorare. «Un decreto per continuare ad aprire il Paese», per il premier Mario Draghi. Spingendo a immunizzarsi gli indecisi, che sono circa 3 milioni, prima di arrivare all'obbligo vaccinale. «Andiamo a toccare tutto il mondo del lavoro, privato, dipendente e autonomo, un insieme di 23 milioni di lavoratori. Siamo all'avanguardia nel mondo», spiega il ministro della Pa, Renato Brunetta, dopo il via libera del Cdm al decreto. «Siamo convinti di dare una spinta alla ripartenza», insiste il ministro della Salute, Roberto Speranza. Esentati dall'obbligo tutti coloro che non si possono vaccinare per motivi di salute. Il decreto entrerà in vigore il 15 ottobre e sarà valido fino al 31 dicembre. Uno spiraglio anche per la riapertura delle discoteche: l'eventuale via libera sarà valutato il 1° ottobre, quando si discuterà anche della capienza di palazzetti, cinema e teatri.
CHI LO DOVRÀ ESIBIRE
Il certificato deve essere esibito da tutto il personale della Pa, dagli enti pubblici economici e dagli organi di rilievo costituzionale. Lo stesso obbligo è previsto per chi ha contratti esterni. Necessario anche per accedere agli uffici giudiziari a magistrati, avvocati e procuratori dello Stato, ai componenti delle commissioni tributarie. Esentati invece legali, consulenti, periti, ausiliari del magistrato estranei alle amministrazioni della giustizia, testimoni e parti del processo. Anche chi lavora in ambiente domestico - colf, baby sitter a badanti - deve avere il certificato verde. Idem per chi presta la sua opera nelle associazioni di volontariato. Obbligo anche per gli autonomi e per tutti i lavoratori privati, come possono essere idraulici o elettricisti.
TEMPI PIÙ CORTI
I guariti dal Covid non devono più attendere 15 giorni dopo la prima dose per avere il green pass, ma lo ottengono subito dopo la prima somministrazione. Per loro la certificazione dura 12 mesi dall'avvenuta guarigione.
TAMPONI CALMIERATI
I tamponi per ottenere il green pass sono a carico del lavoratore, gratis solo per chi non può vaccinarsi per motivi di salute. Ma le farmacie, per non essere sanzionate, sono tenute a praticare prezzi calmierati: 8 euro per i minori, 15 per gli adulti. Il governo ha inoltre dato parere favorevole a un emendamento in esame alla Camera che allarga a 72 ore la validità del certificato con test molecolari, mentre per i test antigenici resta a 48 ore.
CONTROLLI
I datori di lavoro sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni sull'obbligo di green pass e entro il 15 ottobre devo definire le «modalità operative per l'organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell'accesso ai luoghi di lavoro». Spetta alle aziende individuare i soggetti incaricati «dell'accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi».
LE SANZIONI
Previste sanzioni tra i 600 e 1.500 euro per chi aggira i controlli e viene sorpreso all'interno del luogo di lavoro senza certificazione e dai 400 ai 1.000 euro per i datori di lavoro che consapevolmente consentono a chi è sprovvisto di green pass di lavorare. Chi si presenta senza certificazione è considerato assente ingiustificato. Nella pubblica amministrazione al quinto giorno scatta la sospensione dallo stipendio (senza il pagamento dei contributi), fino alla presentazione del certificato. Nel privato la sospensione scatta invece il primo giorno. Ma non sono previste conseguenze disciplinari e si ha diritto alla conservazione del posto di lavoro. I sindacati hanno ottenuto la garanzia che non ci saranno licenziamenti. «Questo strumento non può essere usato in modo surrettizio per la ristrutturazione delle imprese», sottolinea il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
SMART WORKING
Contrariamente a quanto ipotizzato, nel decreto non c'è alcun riferimento allo smart working. Un tema a lungo discusso in cabina di regia per il timore che il lavoro da remoto potesse essere usato dai No Vax per aggirare l'obbligo.
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