Draghi: "Ingannati da AstraZeneca". Il nuovo obiettivo: "Produrre in casa"

L'accusa del premier alle case farmaceutiche: "Cittadini presi in giro da alcune aziende". L'intento è realizzare i vaccini sul territorio nazionale, ma serve l'aiuto degli Stati Uniti

Draghi: "Ingannati da AstraZeneca". Il nuovo obiettivo: "Produrre in casa"

Un Consiglio europeo difficile, che inizia in salita per le forti divergenze sulla ripartizione tra i Paesi membri dei 10 milioni di vaccini già concordati dalla Commissione con Pfizer-Biontech. Una questione non di secondo piano e che non trova soluzione nelle riunioni preparatorie che si susseguono nelle 48 ore che precedono l'avvio ufficiale della riunione. Il termometro di un clima niente affatto sereno.

Mario Draghi, come tutti gli altri leader, è collegato in videoconferenza dal suo ufficio di Palazzo Chigi. Il suo intervento durante la sessione di lavoro sul Covid-19 è incentrato su tre punti. In primo luogo, il presidente del Consiglio sottolinea la necessità di non restare «inermi» di fronte agli impegni non onorati da alcune aziende del farmaco. Il dito, ovviamente, è puntato contro AstraZeneca. Visto che - spiega l'ex numero uno della Bce - i «cittadini europei» hanno la sensazione di «essere stati ingannati da alcune case farmaceutiche». «Penso soprattutto ad AstraZeneca», ci tiene a precisare il premier. Che ripercorre i punti salienti della vicenda dei vaccini della casa anglo-svedese ritrovati nello stabilimento di Anagni. E chiede a Ursula von der Leyen se ritiene giusto che le dosi di vaccini localizzate in Belgio e in Olanda restino destinate all'Ue, in tutto o in parte. Sul punto, la presidente della Commissione Ue rassicura non solo Draghi ma tutti gli interlocutori collegati da remoto - da Angela Merkel ad Emmanuel Macron - che «le dosi prodotte in Europa saranno destinate all'Europa». Un tema su cui Draghi è particolarmente sensibile, visto che proprio il nostro governo è stato il primo dell'Ue a far valere il cosiddetto «meccanismo di trasparenza delle esportazioni» che la Commissione ha messo in atto lo scorso gennaio per consentire il blocco dell'export di vaccini. Su questo, dunque, il premier italiano ha dato «pieno sostegno» alla von der Leyen.

Ma tra le priorità di Draghi non c'è solo la necessità di insistere su un'applicazione rigorosa delle regole per l'export dei vaccini. Di importanza fondamentale è anche riuscire a portare a casa la rassicurazione di Joe Biden - presente anche lui al Consiglio Ue - sul fatto che Johnson & Johnson rispetterà le consegne previste dal contratto con l'Ue sui 55 milioni di dosi che dovrebbero arrivare entro giugno. Questione che va di pari passo con l'auspicata disponibilità di Washington a condividere i brevetti delle aziende statunitensi, così che sia possibile pianificare quella che Draghi definisce una «produzione nazionale» dei vaccini. Questo, insomma, è l'obiettivo di lungo periodo che dovrebbero darsi tutti i Paesi Ue.

Ma nel corso del summit, non si è parlato solo di vaccini. Nel corso della discussione si è affrontato anche il tema del ruolo internazionale dell'euro. La priorità assoluta, ha detto Draghi, deve essere non commettere errori durante la ripresa economica. Soprattutto, «dobbiamo disegnare una cornice per la politica fiscale che sia in grado di portarci fuori dalla crisi». Il presidente del Consiglio ha poi invitato a prendere esempio dagli Stati Uniti. «Negli States hanno un'unione dei mercati dei capitali, un'unione bancaria completa, e un safe asset», ha sottolineato il premier, aggiungendo che questi elementi sono la chiave del ruolo internazionale del dollaro. Infine, Draghi ha enfatizzato l'importanza di creare un titolo comune europeo: «Lo so che la strada è lunga, ma dobbiamo cominciare a incamminarci. È un obbiettivo di lungo periodo, ma è importante avere un impegno politico».

Tutti temi su cui probabilmente il

premier tornerà oggi, visto che Draghi ha in agenda per metà pomeriggio una conferenza stampa per fare il punto sul Consiglio Ue. Con giornalisti in presenza a Roma e pure con giornalisti in remoto, collegati da Bruxelles.

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