"C'è un limite all'accoglienza dei migranti". Ora Draghi mette un tappo al buonismo

Mario Draghi da Ankara ha lanciato segnali di insofferenza per il trend sempre più in crescita di sbarchi di migranti nel nostro Paese. Ecco le vere ragioni delle sue parole

"C'è un limite all'accoglienza dei migranti". Ora Draghi mette un tappo al buonismo

Accogliere i migranti sì, ma esiste un “limite”. Sono parole dette a chiare lettere oggi dal presidente del consiglio Mario Draghi al termine dell'incontro ad Ankara con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Non è forse un caso che l'ex governatore della banca centrale europea ha voluto lanciare da qui il suo monito per quanto sta accadendo sul fronte immigrazione. “La gestione dell'immigrazione deve essere umana equa ed efficace – ha dichiarato Draghi – Noi cerchiamo di salvare i migranti che si trovano nei mari nostri o quando sono portati da altre navi. Il nostro comportamento è straordinario: siamo il Paese sicuramente più aperto da questo punto di vista. Ma occorre capire che non si può essere aperti senza limiti”.

I numeri che preoccupano

Il riferimento a quel limite più volte rimarcato da Draghi è senza dubbio agli ultimi numeri riguardanti il fenomeno migratorio. Cifre e dati allarmanti raccolte giorno dopo giorno dal Viminale.

Ad oggi, a partire dal primo gennaio, sono sbarcati in Italia 29.369 migranti. Nello stesso periodo dell'anno scorso la cifra si era fermata a 21.739. Andando ancora più a ritroso, nel 2020 sempre tra gennaio e gli inizi di luglio il dato non era andato oltre 7.368 migranti sbarcati. Dunque un trend che sta inesorabilmente crescendo.

La preoccupazione del presidente del consiglio va quindi oltre quella che è la situazione attuale. Il pericolo è che l'incremento costante del numero degli sbarchi in Italia possa portare, tanto in questa stagione estiva quanto nei prossimi anni, a un vero e proprio collasso del sistema di accoglienza. Un sistema che già oggi sta facendo fatica nella gestione del fenomeno.

A un certo punto il Paese che accoglie non ce la fa più – ha aggiunto Draghi – Questo punto la ministra Lamorgese lo ha posto all'interno dell'Unione europea, lo abbiamo posto oggi con il presidente Erdogan, lo porremo alla Grecia quando la incontreremo. Siamo il Paese meno discriminante, ma anche noi abbiamo dei limiti e ora ci siamo arrivati”.

Perché Draghi ha parlato di migranti con Erdogan

Come detto, non è un caso se il capo dell'esecutivo italiano ha parlato del caso immigrazione con Erdogan. Dalla Turchia partono molti barconi diretti verso le nostre coste. Un'incidenza, quella della rotta turca, non importante come quella libica o tunisina ma che ha comunque una sua importanza.

Ankara poi è un attore determinate sul fronte migratorio. Erdogan è tra gli alleati di ferro del governo di Tripoli e recita un ruolo potenzialmente vitale per frenare i flussi migratori anche partono dalla Libia. Draghi quindi ha voluto lanciare un segnale di insofferenza da parte italiana. Forse tardivo, ma significativo. Perché fino ad oggi Roma ha sempre cercato la via del dialogo con l'Europa, sostenendo peraltro la strategia della redistribuzione e della solidarietà europea e meccanismi più veloci per i rimpatri.

Una strategia che, evidentemente, non ha dato i suoi frutti e non promette nulla di buono visto anche l'ultimo accordo europeo sull'immigrazione che, al momento, non ha recato svolte storiche a favore del nostro Paese. Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, in carica dal settembre 2019 (dal giorno dell'insediamento del Conte II), ha dovuto fare i conti più volte con impennate dei numeri senza riuscire mai a ripianare la situazione.

Possibile che adesso Palazzo Chigi

voglia prendere direttamente in mano la situazione. La nuova strategia potrebbe comprendere dialoghi diretti con tutti quegli attori importanti per gli equilibri del Mediterraneo e quindi per la gestione dei flussi migratori.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica