La riunione tra i capi di gabinetti dei ministeri, in programma oggi, aprirà i lavori preparatori del Consiglio dei ministri che dovrebbe varare già domani il decreto Aiuti-ter per fronteggiare il caro-bollette. Il condizionale, purtroppo, è ancora d'obbligo perché già dalla scorsa settimana si registra qualche attrito (non di natura politica ma tecnica) tra Palazzo Chigi e il Tesoro. Mentre il premier Mario Draghi intende licenziare quanto prima la misura, anche per non restare impelagato nella campagna elettorale, il ministro dell'Economia Daniele Franco vorrebbe qualche giorno in più a disposizione, se non proprio una settimana, per fare meglio i conti. Tale prudenza è legata al fatto che i dati delle entrate di agosto sono ancora provvisori, mentre altrettanta acribia è necessaria per verificare la consistenza dei 7,8 miliardi di risorse provenienti da decreti scaduti o inattuati, un «tesoretto» cui si vorrebbe attingere.
Le misure, infatti, sono costose. Il rinnovo per il quarto trimestre (e possibilmente il rafforzamento) del credito di imposta per le imprese energivore e gasivore, la Cig scontata per due mesi e la vendita di gas naturale a prezzi calmierati per l'industria ad alto consumo energetico sono i piatti forti del nuovo provvedimento. Non si esclude di agevolare la liquidità per le aziende provate dal caro-bollette. Il dl potrebbe, inoltre, incrementate le risorse per l'abbattimento degli oneri di sistema che interessa imprese e famiglie. Per quelle più deboli si pensa anche di aumentare le risorse per il bonus sociale.
Le coperture saranno garantite dalle entrate fiscali di luglio e agosto (in particolare il gettito in arrivo dalla tassa sugli extra-profitti dei gruppi energetici; 3-4 miliardi entro fine anno). A questi si aggiungerebbe anche l'extra-gettito Iva sotto la spinta dei rialzi dell'inflazione che ha impattato sui prezzi al consumo e gli stanziamenti di 392 decreti non attuati per raggiungere quota 10 miliardi. La ricognizione è complessa, ma in questo modo si potrebbe assicurare anche la copertura del decreto che il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, varerà prossimamente per estendere lo sconto di 30 centesimi sulle accise di benzina e diesel, in scadenza il 20 settembre. Questo è l'unico dossier urgente, mentre le altre proroghe partirebbero dal primo ottobre.
«L'imposizione del price cap al gas russo da parte dell'Ue ci trova d'accordo e siamo d'accordo a estenderlo anche per altri approvvigionamenti», ha detto ieri il coordinatore nazionale di Fi, Antonio Tajani, aggiungendo che gli azzurri sono anche «favorevoli all'ipotesi di un acquirente unico del gas così come al progetto del Fmi che propone all'Ue di dar vita ad un nuovo Recovery per affrontare l'emergenza energetica». L'obiettivo di Tajani è garantire che l'Ue sia «solidale con i Paesi che più di tutti subiscono le ricadute». Anche Giorgia Meloni è convintamente d'accordo. «La prima cosa che farei a Palazzo Chigi? Affrontare l'emergenza energia, al livello europeo: noi sosteniamo la proposta del governo italiano in Europa», ha dichiarato.
Intanto, in vista del Consiglio dell'Energia di venerdì La Commissione Ue sta studiando un
intervento sul Ttf, il mercato di Amsterdam dove viene fissato il prezzo europeo del gas naturale. Tra le opzioni al vaglio la possibilità di sottoporlo alla «supervisione finanziaria» da parte dell'Esma, la Consob europea.
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