Il premier Mario Draghi ed il leader della Lega Matteo Salvini hanno avuto un faccia a faccia a Palazzo Chigi nel corso del pomeriggio odierno. Il summit, che è durato un'ora, si è reso necessario in seguito alla scelta del Carroccio di alzare il tiro in materia di tassazione. Salvini, com'è noto, si è contrario a qualunque aumento.
Lo scontro di questi giorni
Ma il presidente del Consiglio ha più volte dichiarato che non è previsto che il suo esecutivo metta le mani nelle tasche degli italiani. Tre le questione dibattute in questi giorni, ci sono la riforma del catasto, la flat tax, che è una storica proposta di tutto il centrodestra, ed il destino delle cartelle esattoriali. Ma è l'intera riforma del fisco, in realtà, ad interessare la Lega, che ha disertato il Consigio dei ministri deputato ad affrontare questi argomenti.
Subito dopo, il premier Mario Draghi aveva alzato i toni, dicendo che il governo "non segue il calendario elettorale". Una frase che è stata ripetuta anche nel corso di oggi. L'esecutivo d'unità nazionale, insomma, va avanti al netto delle mosse di Matteo Salvini, che dal canto suo aveva replicato, sostenendo che nel documento analizzato in Cdm "Non c'era quanto previsto dagli accordi e il testo è arrivato solo mezz'ora prima". L'ex ministro dell'Interno ha anche invitato Draghi, sottolineando di fidarsi di lui, a mettere per iscritto l'impegno di non alzare la tassazione: "Di Draghi mi fido, degli altri no. Si metta per iscritto che non si aumentano tasse. Patti chiari, amicizia lunga", ha detto l'ex inquilino del Viminale. Draghi, dal canto suo, ha fatto leva pure sugli accordi presi con l'Ue e con la necessità di un'accelerata per via della restrizione delle tempistiche. L'ex presidente del Bce, in sintesi, ha necessità di correre.
Il primo a commentare il faccia a faccia è stato però il vertice della Lega, che ha detto quanto segue: "Un’ora di confronto con il Presidente Draghi. Incontro molto utile - ha premesso - : proposte e soluzioni condivise e impegno a confrontarci sul futuro dell’Italia ogni settimana. I giornali scrivano ciò che vogliono: un rapporto leale, franco e diretto risolve ogni problema e trova soluzioni".
Il clima è stato definito "cordiale e costruttivo", mentre sotto il profilo degli "impegni", viene registrata la necessità di "vedersi almeno una volta a settimana per fare il punto della situazione". Per quel che riguarda il fisco ed i suoi dintorni, la parola chiave è "condivisione". Ma Draghi e Salvini hanno avuto modo anche di parlare di riaperture. L'obiettivo è quello procedere con un ridimensionamento dei limiti e delle restizioni rimaste, nel momento in cui il quadro epidemiologico consentisse ulteriori provvedimenti di questo tipo.
Matteo Salvini ha poi specificato via Twitter quali altri argomenti siano stati toccati oggi: "Riapertura di attività culturali e sportive: ho chiesto a Draghi di accelerare sulla ripartenza", Poi un'altra questione: "Ho chiesto al Presidente Draghi che la durata dei tamponi salga da 48 a 72 ore, come previsto dagli altri Paesi europei, e l’estensione dell’utilizzo di tamponi rapidi, gratuiti o a basso costo".
Le reazioni
Prima del summit, il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha rilasciato un commento all'Adnkronos: "Votiamo in cdm? Non lo so, ora vediamo...", ha detto il leghista. Prima della presa di posizione pubblica, Giorgetti aveva incontrato proprio Salvini. Il segretario del Pd Enrico Letta, invece, ha parlato di "teatrino stancante", così come ripercorso dall'Agi.
"Salvini racconta al paese una storia poi va a Palazzo a Chigi e tutto torna come prima. Non mi sembra un a grande novità. Ormai è anche stancante commentare questo teatrino", ha fatto presente il leader di centrosinista.
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