Dall'inizio della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina le organizzazioni internazionali hanno documentato numerose violazioni dei diritti umani che colpiscono i bambini. Le segnalazioni di minori deportati o sfollati forzatamente dalle autorità di Mosca, combinate in molti casi con programmi di rieducazione e adozione forzata, continuano a generare molta preoccupazione.
Secondo l'organizzazione ucraina Children of War, circa 20mila bambini sono stati strappati con la forza dalle loro abitazioni, mentre solo 388 sono rientrati a casa. Nei dati aggiornati figurano anche 550 vittime dall'inizio dell'operazione speciale, 2.015 scomparsi e 15 che hanno subito abusi sessuali. Nel marzo del 2023, la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto contro Putin e Maria Lvova-Belova, la commissaria russa per i diritti dei bambini. Entrambi sono accusati di deportazione illegale di bambini e trasferimento illegale dalle zone occupate dell'Ucraina alla Russia.
Sulla questione è tornato a parlare ieri Zelensky, che da Singapore, dove si trova in visita, ha chiesto di non spegnere i riflettori sulla tragedia in corso. «Quando parliamo di 20mila bambini non lo facciamo per creare sensazionalismo. Sono numeri reali, e Putin sappia che conosciamo nomi e cognomi di ciascuno. Solo i peggiori criminali fanno cose del genere».
I ragazzi vengono rapiti negli orfanotrofi o dopo aver visto i genitori morire durante bombardamenti. Altri vengono evacuati in Russia con la scusa di protezione. Altri ancora sono separati dalle famiglie che si rifiutano di riconoscere l'autorità del Cremlino nelle aree occupate, o di inviarli nelle scuole pro-Russia dove è stato pianificato un vero percorso di indottrinamento. Alcuni sostengono che queste azioni fossero state pianificate da Mosca in anticipo e facessero parte di un piano russo più ampio e coordinato per annientare l'identità ucraina delle nuove generazioni. Purtroppo ci sono anche famiglie che vengono comprate con una cifra pari a 50mila euro per acquisire il passaporto russo.
I bambini che vivono questa situazione vanno incontro a gravi ripercussioni psicologiche. I media russi anti-Putin parlano di almeno 10 ragazzini provenienti dal Kherson e Lugansk morti suicidi dall'inizio dell'anno, e di 120mila minori trasferiti in Russia dopo il conflitto iniziato nel Donbass nel 2014.
Mosca da parte sua afferma di aver svolto tutto «alla luce del sole,
e che quelli che sono stati condotti oltre confine non avevano genitori o tutori legali. Parlare di tratta è l'ennesimo tentativo per Zelensky di fare propaganda», sottolinea il ministro per le Politiche Sociali Golikova.
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