Le lacrime della Meloni a palazzo Chigi, incontrando superstiti e familiari delle vittime della tragedia del 2017 di Rigopiano quando una valanga travolse l'hotel a due passi da Farindola, in provincia di Pescara, lasciando dietro sé una scia di 29 morti. Soltanto undici i superstiti in quella giornata di gennaio in cui la neve continuava a scendere senza sosta.
All'uscita della sede del governo Gianluca Tanda racconta: «Abbiamo raccontato alla presidente Meloni la nostra storia e abbiamo spiegato il paradosso giudiziario che stiamo vivendo anche se ovviamente sappiamo che non può intervenire su questo. Una su tutte è una procura a livello nazionale che si occupa delle stragi proprio per evitare questo. Abbiamo immaginato un Paese senza stragi e si può fare. La presidente ha risposto che lavorerà sicuramente e sarà attenta alle nostre richieste».
«Ho portato una lettera scritta da mia figlia Gaia qualche giorno fa in cui parla del suo dispiacere di non avere più la mamma da sei anni. La presidente si è commossa appena gliel'ho data e ha detto che la leggerà più tardi per il peso emotivo. L'ho vista molto presa dal nostro dispiacere», dice invece Giampaolo Matrone che quel 18 gennaio del 2017 era nell'hotel con la moglie, una delle 29 vittime della valanga. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, «ha mostrato la sua tipica umanità anche in questa occasione.
Ma d'altronde è difficile non commuoversi quando vedi vedovi che ti scrivono una lettera o mamme che non riescono a capacitarsi della perdita dei propri figli», dice il governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio, lasciando palazzo Chigi dopo l'incontro della delegazione di superstiti e dei famigliari. «È chiaro - aggiunge - che sono incontri molto toccanti».
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