Droni, artiglieria e migliaia di missili sciiti. Ma Tel Aviv schiaccia l'arsenale di Nasrallah

Milizie cresciute, la supremazia israeliana non è in discussione

Droni, artiglieria e migliaia di missili sciiti. Ma Tel Aviv schiaccia l'arsenale di Nasrallah
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L'attacco di Hezbollah era previsto per le 5 di ieri mattina, ma non è mai arrivato. I caccia israeliani, infatti, si sono alzati in cielo quindici minuti prima dell'ora X e hanno condotto un bombardamento preventivo (e preciso) che ha distrutto migliaia di postazioni di missili del Partito di Dio e centinaia di razzi. Un'operazione che certifica due cose: la prima è che le spie di Israele sono riuscite a penetrare nell'organizzazione sciita; la seconda, ancora più palese, è che lo Stato ebraico, militarmente e tecnologicamente, domina la scena mediorientale.

Ma andiamo con ordine. Dopo la falla del 7 ottobre, l'intelligence israeliana ha ripreso a controllare i nemici più vicini: Hamas a Gaza; Hezbollah al nord, in Libano; e le milizie iraniane attive in Siria. In pochi mesi, Tel Aviv è riuscita a eliminare alcuni tra i più importanti leader di queste tre organizzazioni tra cui Mohammad Reza Zahedi, leader della Forza Quds del Corpo delle Guardie della rivoluzione; Ismail Haniyeh (foto), a capo di Hamas; e Ali Jamal al-Din Jawad, uno dei comandanti della Radwan, l'unità di Hezbollah che ha lo scopo di infiltrarsi nello Stato ebraico. Le morti eccellenti servivano a tagliare la testa dei movimenti terroristici, ma anche a mandare un messaggio chiaro: sappiamo dove siete e, in qualsiasi momento, possiamo eliminarvi. Per questo, il neo capo di Hamas, Yahya Sinwar, starebbe chiedendo, nelle trattative di pace a Gaza, un salvacondotto per sé.

Secondo punto. Israele è il Paese che, in Medio Oriente, può contare su una supremazia aerea pressoché totale (già dimostrata durante la guerra dei Sei Giorni quando, con un attacco preventivo, distrusse l'aviazione egiziana e quella siriana). Hezbollah sostiene di aver portato a termine la prima fase della vendetta per l'uccisione di Haniyeh. La realtà è però un'altra, come testimoniano migliaia di utenti che, mostrando le immagini di un pollaio distrutto dai missili dei terroristi libanesi che avrebbero dovuto colpire anche la sede del Mossad, hanno cominciato a chiamare Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, «il cacciatore di polli». Perché è questo il punto. Se da una parte il Partito di Dio promette guerra allo Stato ebraico, dall'altra sa che non è in grado di sostenerla. La milizia sciita, secondo Al Jazeera, può contare su circa 60mila combattenti (anche se Nasrallah parla di centomila). Grazie all'aiuto dell'Iran, Hezbollah è riuscito ad aumentare il proprio arsenale e ha a sua disposizione 150mila tra proiettili di artiglieria, razzi di corta gittata (Falaq 1 e 2, Shahin, Katiuscia, Fajr 3); 65mila missili di media gittata (Fajr 5, Khaibar 1, M303, Zilzal 1); 5mila missili a lunga gittata (in particolare Fateh 110) oltre a duemila droni. Un armamentario apparentemente impressionante ma che può poco o nulla contro la potenza militare e tecnologica di Israele, in grado di schierare 1.370 carri armati, 612 aerei da combattimento (tra cui almeno 30 caccia di quinta generazione F-35) e 67 navi da guerra. Non solo.

Israele può contare su un sistema di difesa come Iron Dome, che lo protegge da razzi balistici a corto raggio e da proiettili di artiglieria con traiettoria balistica. Una cupola di ferro che, in più di una occasione, ha già salvato gli israeliani e ha un solo punto debole: la saturazione.

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