«Non è un buon giorno per il Clintonworld», il mondo di Hillary Clinton, candidata democratica alla presidenza, ha scritto il Washington Post dopo che lo staff dell'ex segretario di Stato ha annunciato la consegna, martedì, del server privato di email che contiene il suo account personale, e una chiavetta USB con oltre 30mila messaggi di lavoro.
Da quando ad aprile l'ex First Lady ha annunciato la corsa alla Casa Bianca, numerosi scandali sono emersi sulla stampa americana, dalle donazioni controverse alla fondazione di famiglia ai discorsi pagati migliaia di dollari. La questione dell'utilizzo da parte di Hillary durante il suo mandato di segretario di Stato - dal 2009 al 2013 - di un account privato si sta però trasformando in un reale problema per la sua campagna elettorale.
La polemica è nata con l'irrobustirsi dell'inchiesta di un comitato del Senato sui fatti di sangue di Bengasi nel 2012, quando un attacco al consolato americano portò alla morte di quattro cittadini statunitensi, tra cui l'ambasciatore. Emerse allora che durante gli anni in cui Hillary era segretario di Stato - «per comodità», ha spiegato lei - l'ex First Lady ha utilizzato sempre un account privato, legato al server della sua abitazione di Chappaqua, New York. Il governo americano vieta l'invio di informazioni riservate su reti non sicure per preservare la sicurezza nazionale. Esiste comunque preoccupazione anche quando il protocollo è rispettato: proprio nelle ore scorse l'attuale segretario di Stato John Kerry ha spiegato come sia «molto probabile» che Cina e Russia leggano la sua corrispondenza elettronica.
Finora, Hillary Clinton ha sempre sostenuto che tutte le email in questione al momento dell'invio o della ricezione non erano state ancora catalogate come riservate. La candidata «si è impegnata a cooperare con l'inchiesta del governo», ha spiegato il portavoce della campagna. Con il gonfiarsi dello scandalo, lo staff della candidata ha consegnato a dicembre 30mila messaggi di lavoro al Dipartimento di Stato, che li ha visionati e deciso di renderli progressivamente noti al pubblico. Altre 30mila email, ritenute private, sarebbero state cancellate. L'annuncio della consegna del server - da cui i messaggi dopo dicembre sarebbero già stati eliminati - è arrivato dopo che l'inquirente della comunità di intelligence ha reso noto di aver trovato su 40 email analizzate quattro ritenute «classificate», due delle quali, ha spiegato il capo del comitato giudiziario del Senato, il senatore Charles Grassley, rientrerebbero nella categoria «Top Secret». L'Fbi deciderà ora come analizzare il server privato di Hillary Clinton e i messaggi consegnati sulla chiavetta USB dall'avvocato David Kendall, anche se per alcuni la mossa riguarderebbe più la volontà degli agenti federali di non lasciare il materiale segreto in mano a civili e non soltanto l'inchiesta in corso.
«Sono fiduciosa di non aver mai ricevuto alcuna informazione classificata al momento della ricezione o dell'invio», ha detto il mese scorso Hillary.
Nonostante le parole della candidata, «è impossibile non vedere la questione come una cattiva notizia per le sue speranze presidenziali», ha scritto sempre il Washington Post spiegando come soltanto a marzo Clinton avesse dichiarato di non voler consegnare il server privato, perché convinta di aver fatto il possibile nel collaborare con l'inchiesta in corso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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